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giovedì 31 dicembre 2020

Bilancio 2020

 Il Blog riporta le donazioni in termini di Volumi fatte alle varie biblioteche




www.biblioteche.fondocoltrinari.blogspot.com

Questo blog ha lo scopo di divulgare le attività di apporto

 e creazione di volumi presso Biblioteche appositamente individuate

a cominciare dalla Biblioteca L. Radoni di Castelferretti (Ancona),

 ed altre che si sono create con fondi specialistici

creati in Biblioteche del territori ad essa collegate

 ed indicare la crescita del patrimonio librario

 del Fondo Coltrinari presso le Biblioteca.

Rappresenta il punto esterno della attività della

 Emeroteca e dell’Archivio-Biblioteca del CESVAM.

Offre lo spazio per la sensibilizzazione

della conservazione del Patrimonio librario

 che il Nastro Azzurro detiene, soprattutto in merito

 alle Pubblicazioni relative ai Decorati relative alle varie Provincie

Aperto nel 2008 ha un totale di 14280 visitatori,

15343 all’agosto 2019

Al dicembre 2021 le medie sono le stesse

con una media mensile di 400/500 contatti mensili.

Sono stati pubblicati 241 post, mentre

I paesi di origine dei visitatori vede

un sorprendente 366 da “paesi sconosciuti,

 seguito dalla Russia con 32 e poi altri sull’ordine delle unità

(info: ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org)

mercoledì 16 dicembre 2020

Da Felice Signoretti. Riflessione sul Natale

 

Domine, quando te vidimus esurientem, aut sitientem, aut hospitem, aut nudum, aut infirmum, aut in carcere, et non ministravimus tibi? Tunc respondit illis dicens: Amen dico vobis. Quamdiu non fecistis uni de minoribus his, nec mihi fecistis. MATTHAEUS, 25, 44-45

 

Cambiare si può. La speranza non è una certezza, comporta la coscienza dei pericoli e delle minacce, ma ci fa prendere posizione e lanciare la scommessa. Un cambiamento di paradigma, un processo lungo e difficile che si scontra con le enormi resistenze delle strutture e delle mentalità vigenti. EDGAR MORIN, Cambiamo strada.

 

Occorre prendere sempre posizione nei confronti dei derelitti di una società fondamentalmente ingiusta e volta solo a un falso benessere, che è obbedienza servile alle leggi di un capitalismo spietato. Quella che si impone è una cultura del disimpegno, della discontinuità, dell’oblio, come afferma Bauman. Rifiutiamo radicalmente questa cultura e riappropriamoci dell’autentico messaggio del Vangelo, in cui Cristo si erge contro qualsiasi forma di potere, soprattutto quello di scribi e farisei, che si avvalgono delle leggi religiose per affermare la propria ricchezza e la propria superiorità contro i poveri e i diseredati. E la Chiesa sia appunto la forza dei poveri, degli umili, degli affamati, degli abbandonati, dei respinti. Questa è la Chiesa di quel bambino nato in una capanna.

                                                                  Felice Signoretti

 

 

lunedì 7 dicembre 2020

INFOCESVAM. Bollettino Notizie del Centro Studi sul Valore Militare, Anno VII, n. 12 del 1 Dicembre 2020


 E' stato pubblicato il n. 12 di Infocesvam Bollettino notizie con la situazione del mese di novembre. Con questo numero si è completato il primo anno di questa pubblicazione che  aiuta i componenti del CESVAM ad essere al passo con le varie iniziative in essere. Per consultazione cliccare su


www.cesvam.org/informazioni

mercoledì 28 ottobre 2020

Confronto

 

Scrive Giandomenico Papa:

Confrontarmi con Antonio Levy è per me stimolante ed arricchente. Purtroppo, è sempre più remota la possibilità di averlo “fisicamente” fra noi ma so per certo che condivide ogni nostra iniziativa. Parliamo, discutiamo e ascolto con attenzione i suoi suggerimenti e le sue proposte, contributi “preziosi”. In preparazione della prossima Venuta abbiamo affrontato un tema che ci appare attuale e prioritario nella nostra esperienza scout: “lo spirito e lo stile scout”. Vi giro, quindi, il suo contributo sul tema. 


BREVE CONSIDERAZIONE SULLO SPIRITO E SULLO STILE SCOUT 

(di Antonio Levy) 



A seguito di una stimolante sollecitazione di Giandomenico Papa, ho scritto questa breve nota su un argomento a mio parere importante, da condividere con gli altri “vecchi” scout del mio tempo, anche per avere stimolanti contributi e critiche costruttive su questo argomento da chi di voi avrà voglia, e tempo, di soffermarvisi. Lo scopo di questo scritto è di verificare con Voi se, dopo tanti anni dalla nostra giovinezza e dai tempi della nostra esperienza di vita scout, condividiamo i concetti di “ stile scout e di spirito scout” di cui si parlava allora, se li consideriamo ancora attuali nella nostra vita di adulti e se vale la pena custodirli e alimentarli come “valori” e non solo come nostalgici ricordi. Uno degli aspetti che mi hanno sempre colpito e che è ancora presente nella mia memoria (da quando ne parlavo, in occasione delle veglie d’armi alle quali come caposquadriglia portavo i miei giovani squadriglieri in preparazione della loro promessa) è il fatto che la “legge scout” indica le caratteristiche dell’essere scout, piuttosto che elencare le cose da fare o da non fare (come ad esempio nell’elenco dei “Comandamenti”): indica le caratteristiche di vita e di comportamento di chi vuole “essere” uno scout, senza fissarne limiti temporali; come dire: l’essere scout non scade, non è un impegno a tempo, è una caratteristica possibilmente permanente, uno “stile” di vita. E ricordo anche una specie di motto, che vale anche questo come una promessa: semel scout, semper scout (cioè: una volta scout, lo si è per sempre): èlo stile che si è deciso di assumere. Dalla “promessa” che costituisce un impegno vero e assunto liberamente sul proprio onore davanti agli altri scout del riparto, come pronunciato con il canto della promessa, durante tutta la propria vita si è spesso messi alla prova! Come, forse è inutile dirlo, non si riesce sempre ad essere all’altezza dell’impegno preso; la nostra natura spesso manifesta la nostra fragilità! Spesso lo zaino che portiamo (il fardello delle preoccupazioni, dei cedimenti, dei momenti di sfiducia e di cedimento) ci sembra troppo pesante! Ebbene, credo che lo spirito scout stia nella capacità di riprendere il cammino, di non lasciare che le difficoltà, la stanchezza, il peso dei fardelli che la vita concreta presenta ci facciano dimenticare la promessa fatta; lo spirito scout sta nella fiducia di farcela, anche sapendo chiedere aiuto: c’è sempre qualcuno che per un po’ porterà lo zaino per te o ti aiuterà a portarlo!! Forse inutilmente, perchè probabilmente la avete in memoria, ma per comodità trascrivo l’elenco degli articoli della legge scout, come io li ricordo; ho evidenziato le parole e i concetti che, per ogni articoli, considero fondamentali.

 1. Lo Scout considera suo onore il meritare fiducia 

2. Lo Scout è leale 

3. Lo Scout è sempre pronto a servire il prossimo 

4. Lo Scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout 

5. Lo Scout è cortese e cavalleresco

6. Lo Scout vede nella natura l'opera di Dio, e protegge piante e animali 

7. Lo Scout ubbidisce prontamente 

8 Lo Scout sorride e canta anche nelle difficoltà 

9. Lo Scout è laborioso ed economo 

10. Lo Scout è puro di pensieri, parole, azioni 

 Credo quindi che ciò che dobbiamo chiedere a noi stessi è il coraggio di conservare lo spirito della promessa, e di mantenere lo stile scout per tutta la vita, la capacità di alzarci se inciampiamo, e riconoscere che si può sempre chiedere a qualcuno di aiutarci a portare il nostro zaino quando lo sentiamo troppo pesante. E con la certezza di potercela fare! Buona strada a tutti voi! Antonio. 

Roma, 20 Settembre 2020 _______________________ 


Se qualcuno volesse intervenire sul tema …. Buon tutto Giandomenico  

(scrivere a giandomenico.papa@gmail.com)

mercoledì 14 ottobre 2020

Progetto IL Dizionario minimo della Guerra di Liberazione.

 

La prima fase: sconfiggere l’oblio

 

Si è scritto che non che la Resistenza dei Militari all’estero non è stata studiata; tra i vari comparti, quello dell’Albania, il meno di tutti. Le ragioni di questa situazione si possono riscontrare, in primo approccio, alla volontà dei protagonisti della resistenza all’Estero, una volta rientrati in patria, al pari degli Internati Militari e ai Reduci in genere, di non voler parlare delle proprie vicende ed esperienze. Si sono chiusi tutti nel silenzio, convinti che non ci fossero ascoltatori in grado di capire quello che loro avevano sofferto e patito.

Non è che questa loro posizione fosse distante dalla realtà. Basti pensare che, rispetto a coloro che diedero vita alla Resistenza in Italia, sono stati creati all’indomani del 25 aprile per ogni provincia Istituti di Studi e Documentazione che subito hanno iniziato a raccogliere ogni cosa utile per documentare la Resistenza. Per quella all’estero, nulla.

Ed è semplice verificarlo.

Ci si è affidati alla memorialistica del singolo, che corrispondeva in modo occasionale con qualche suo compagno e nulla più.

Tutto questo è durato per oltre 40 anni.

Per fronteggiare questa situazione, grazie alla iniziativa di alcuni protagonisti, in particolar modo, il gen. Ilio Muraca, già combattente in Jugoslavia nella divisione Garibaldi, fu proposta al Ministero della Difesa la creazione di una Commissione per lo studio e la documentazione della Resistenza all’Estero.

 L’allora ministro Valerio Zanone accolse questa proposta e nomino, con data 2 gennaio 1989 una apposita commissione composta da esponenti dell’ANPI (Ilio Muraca, Angelo Graziani, Alfonso Bartolini) della FIAP (Giuseppe Marras,Gaetano Messina, Avio Clementi) della FIVL ( Giovanni Giraudi, Giuseppe Amati,) dell’ANEI ( Carlo De Luca, Vittorio Emanuele Giuntella)  della ANVRG (Luigi Reggiani, Lando Mannucci) e esponenti del Gabinetto del Ministro. I lavori dovevano durare un anno.

 La Commissione, chiama  fra gli addetti CO.RE.MI.TE, si mise al lavoro e riuscì a produrre volumi dedicati a settori particolari, come I Medici e di Cappellani nella resistenza all’estero, e a precise are operative: La Corsica, La Francia Metropolitana, la Grecia Continentale, Le isole (Lero e Cefalonia), La Jugoslavia settentrionale, La Jugoslavia centrale ed il Sangiaccato, il Montenegro. La Commissione constatò che non vi era alcunché di utile e fattivo per l’Albania. Il prof. Buonasera, dell’Università di Palermo, che fece tutta la resistenza in Albania, inizialmente incaricato di svolgere ricerche e produrre documentazione, dichiarò che non vi era materiale sufficiente per un volume degno di questo nome.

In questa fase di stallo il Gen. Muraca, su indicazione dei superiori, contattò l’allora Cap. Massimo Coltrinari, in servizio presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, che, tra i suoi compiti, ricevette l’incarico di mettersi a disposizione per questa esigenza del predetto gen. Muraca.

 

Inizia quello che posteriori si può definire la Prima fase delle ricerche su questo tema.

Riprendendo dal volume edito nel 1999, si può leggere:

“La ricerca intrapresa sulle vicende dei nostri soldati in Albania, inizialmente, sembrava non avere la possibilità di sviluppo, in quanto le fonti disponibili o quelle ipotizzabili apparivano limitate  e di poca consistenza. Ci si accinse a questa ricerca con la convinzione che in poco tempo la ricerca stessa si potesse terminare.

Individuata la parte edita, le prime ricognizioni nelle varie biblioteche fornirono documentazione scarsa, confermando il dato iniziale di partenza. L’Albania sembrava un paese inesistente, dimenticato da tutti.

Si impostò il lavoro, a fronte di questa situazione, su criteri di ricerca basati più sulla memorialistica che sulla documentazione di archivio ed edita, ovvero si iniziò a raccogliere testimonianze, puntando decisamente sulla fonte orale, più che su quella materica. Entrando in contatto con i protagonisti, si ebbe la sorpresa: ognuno di loro , oltre a fornire la propria testimonianza, ha fornito anche documentazione coeva di interesse, ma soprattutto la maggior parte ha dato indicazioni per arrivare a fonti archivistiche di rilievo, allora sconosciute.

Questo ha permesso di rivisitare gli Archivi già consultati con altri presupposti di ricerca, ovvero di visitarne altri, ove in modo spesso indiretto si è arrivati a documenti ed elementi materiali riferiti all’Albania nel periodo interessato.

Ne sono nati, intorno agli anni 1992.1993 ( la ricerca è iniziata sul finire del 1989) diversi filoni di ricerca che, inizialmente sviluppati hanno portato ad altre fonti archivistiche, alcune delle quali anche albanesi. La massa dei documenti raccolti e catalogati è stata ordinata nel settore Albania  dell’Archivio di Co.Re.MI.Te.. Tale archivio comprende anche altri settori (Egeo, Jugoslavia, Francia, ecc.) e terminati i lavori della Commissione è stato versato all’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Il materiale raccolto personalmente dall’Autore nel periodo successivo, ordinato, sarà versato all’Ufficio Storico predetto.

Sulla base di quanto raccolto fino al 1993 è stata predisposta la prima stesura  (1994) della monografia, che subito è apparsa antologica.

L’aver voluto tutto inserire, nell’asserzione che tutto doveva essere citato, come reazione naturale all’iniziale mancanza di documentazione, dava un profilo troppo didascalico, spesso ridondante e dispersivo, alla monografia stessa. Mantenuto l’impianto descrittivo, si è provveduto ad una riscrittura integrale del testo  con criteri di inserimento dei documenti più selettivi. La bozza di questa stesura, rilegata, è stata inserita come documento nell’Archivio di COREMITE.

Nel frattempo, però, continuavano a giungere altre testimonianze, altra documentazione, anche di particolare interesse, che davano contorni più precisi a fatti ed avvenimenti , che portò alla formulazione del 1995 della monografia.

Ci si accorse subito, ad una prima rilettura, che rispetto a quella del 1994, il carattere antologico era ancora troppo esteso, seppure se erano stati ridotti gli aspetti ridondanti. La scelta che si presentava era duplice: o raccogliere ulteriori documenti sviluppando altri filoni di ricerca, che in sostanza era lo scopo di COREMITE, allargando il profilo antologico della ricerca o concentrarsi su determinati aspetti essenziali e focalizzare su questi la stesura della monografia

Appariva un vero peccato che gli aspetti operativi delle nostre unità alla vigilia dell’armistizio, tutta la guerra partigiana condotta dall’E.L.N.A., Esercito di Liberazione Nazionale Albanese, nella sua interezza, l’attività delle Missioni Militari Alleate, i rapporti tra il Partito Comunista Albanese ed il movimento titino in Jugoslavia, i collegamenti tra la Resistenza Albanese e quella Greca ( ove anche qui vi erano militari italiani) l’attività collaborazionista che tanto incideva sulla vita dei cittadini italiani in Albania, le vicende degli ebrei scampati alle persecuzioni nel resto d’Europa che avevano trovato in Albania, territorio italiano, un sicuro rifugio, ed altri argomenti interessanti di cui si sono acquisti documentazioni, alcune di rilevo, non potevano trovare spazio descrittivo.

Si è deciso, quindi, di pubblicare, in collaborazione con L’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione (ANRP) un volume dedicato all’avviamento dei militari italiani dei nostri militari nei campi di concentramento tedeschi , ovvero la descrizione degli avvenimenti in Albania all’indomani dell’armistizio delle Grandi Unità Complesse, cioè i Corpi d’Armata.

 Nel contempo la parte documentaristica che non si poteva inserire veniva utilizzata in numerosi articoli su riviste specializzate ( prima fra tutte “Patria Indipendente”, la rivista dell’Associazione Nazionale  Partigiani d’Italia, “Rassegna”, la rivista della ANRP e su numerose riviste delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Ed anche sulla Stampa quotidiana.

Questa attività di divulgazione, che peraltro ha innestato un successivo processo di acquisizione  di testimonianza e documentazione, si è integrata anche con la partecipazione a vari Convegni di Studio, per lo più organizzati nell’ambito delle manifestazioni del 50° della resistenza. Tutta questa attività è stata riportata nel volume “Tra memoria e storia”, a cura di Enzo Orlanducci, Edizioni ANRP, Roma 1998.

Questo ha permesso (stesura del 1996) di ridurre notevolmente la monografia, anche se l’aspetto antologico  è rimasto. In presenza di nuova documentazione disponibile, l’idea di scindere la monografia in blocchi, al fine di concentrarsi solo sugli avvenimenti armistiziali, o quelli riferiti alla guerra partigiana non è stata accettata. Si trattava in pratica di non utilizzare tutta la parte precedente l’8 settembre, con una sintesi ulteriore delle operazioni dall’ottobre 1943 alla fine della guerra. Questa soluzione, peraltro, armonizzava la monografia dell’Albania a quelle, già edite, della Grecia e dell’Jugoslavia e dell’Isole dell’Egeo. Si è preferito rinunciare a questa soluzione per mettere a disposizione tutto il materiale ritenuto utile per cercare di allineare, a livello di documentazione, l’Albania agli altri settori della resistenza all’estero. Si è arrivati, di conseguenza, alla stesura della Resistenza all’estero. Si è arrivati, di conseguenza, alla stesura monografica del 1997. Rivista ulteriormente, questa edizione si trasformò nella bozza definitiva che permise la pubblicazione del volume “Albania” di COREMITE.”

 

Con la pubblicazione del volume “Albania” da parte della Rivista Militare nel 1999, presentato in varie sedi, terminava quello che abbiamo definito la I Fase delle ricerche.

 

lunedì 28 settembre 2020

La Maddalena. la crisi armistiziale del settembre 1943

 


Il 10 settembre 2019, a margine del Convegno dedicato alla Battaglia della La Maddalena del 9-13 settembre 1944, il Direttore del CESVAM ha avuto occasione di rendere omaggio al Cippo a forma di Croce, posta sulla scogliera di Santa Teresa di Gallura,  dedicato alla Medaglia d’Oro al Valor Militare Bechi Luserna, Tenente Colonello, Capo di SM della Divisione Nembo,  nella data anniversaria dell’episodio. Episodio che rappresenta uno dei momenti più difficili e tristi della crisi armistiziale, quando ogni italiano fu chiamato, per il determinarsi degli eventi a fare le sue scelte.  Al di là dei contenuti di queste scelte, il Valore Militare riconosciuto è un esempio per tutti a prescindere dalle motivazioni dei comportamenti e va ricordato. Una corona di alloro è stata posta dalle Autorità con una sobria cerimonia sul cippo di Bechi Luserna a significare che la comunità civile e militare non ha dimenticato questo episodio.


Per il settembre 2020 era in programma un convegno dedicato ad aspetti tecnico-tattici delle giornate del settembre 43 alla Maddalena. La epidemia di Corova 19 ha annullato questa iniziativa e si pensa di inviarla alprossimo anno

lunedì 14 settembre 2020

Progetto Leggi 80° anniversario Leggi Razziali 1938-2018.

Sulla base del Case Study modulo relativo alla Seconda Guerra Mondiale del Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 - 1960 la Prof. Alessia Biasiolo ha completato la preparazione del I Volume dedicato alla Giudeofobia ai nostri giorni

La pubblicazione del volume è prevista per il mese di ottobre 2020


 

lunedì 7 settembre 2020

venerdì 28 agosto 2020

Meridiana. Il Passaggio del Fronte 1944 - 1945

 

Osimo si salva dalla distruzione”

San Giuseppe da Copertino e la preghiera della Liberazione

18 luglio 1944 -18 luglio 1945

 

 

Di Massimo Coltrinari*

 

  

L’ultima pagina del Diario di guerra di Francesca Bonci porta la data del 19 luglio 1944. Ormai il fronte è passato. Le truppe polacche il giorno prima alle 17,30 erano entrate in Ancona, mentre il Corpo Italiano di Liberazione, in quel 19 luglio, stava avanzando da Rustico, per Santa Maria Nuova, ed aveva come obiettivo Jesi, che avrebbe occupato l’indomani 20 luglio.

Osimo era ormai diventato retrovia, e la popolazione iniziava a riprendersi e ad uscire dai rifugi, scoprendo una realtà in parte immaginata:


Franscesca Bonci così la descrive:

La nostra cittadina ha un aspetto desolante! Ora che ci è permesso di uscire senza incubo….possiamo osservare con meraviglia  come è conciata! Case completamente distrutte non c’è ne sono, ma ovunque macerie su macerie, strade ingombre di ogni sorta di roba distrutta, grovigli di fili elettrici e telefonici, vetri ed altro!”

 

Non solo Osimo aveva ricevuto danni, ma anche, ad esempio, l’Abbadia di Osimo[1] aveva subito lutti e danni:

 

Ci racconta poi la mamma che laggiù è un vero disastro! La loro casa e la chiesa semi-distrutte, altre case sono molto colpite ed in più molti morti tra persone amiche e conoscenti ed una gran quantità di esplosivi sparsi da per tutto.”

 

Ad Osimo la vita inizia a riprendere:

 

Noi siamo tutti ritornati nella nostra casa! Povera casetta nostra!

Non è stata colpita gravemente (per quanto i Tedeschi sapevano dove erano i Comandi e quindi il maggior numero di bombe erano dirette sulla nostra casa e quella del dott. Boccanera) ma è molto in disordine e sporca e ci vorrà del bello e del buono per poterla farla ritornare normale! Gianna ci va via, ed è naturale con tutto quello che è successo!!! E noi rimaniamo senza aiuto ed in più non abbiamo acqua.

Coraggio! Il brutto è passato! Con buona volontà li metteremo a posto!

Dia sia ringraziato che nessuno della nostra famiglia è stato colpito! Siamogli riconoscenti e preghiamo per i nostri parenti lontani affinchè loro non subiscano pene, tribolazioni ed affanni, come noi, ma la pace venga presto in tutti e su tutta l’Italia intera!

Noi Osimani crediamo fermamente che la mano di Dio abbia posato su noi tutti della città, per intercessione di San Giuseppe da Copertino, patrono di Osimo! Infatti i buoni Frati Conventuali, appena incominciata la battaglia sulla nostra zona, hanno messo le reliquie del Santo nella Cupola e Lui ci ha protetto da peggiori disastri e da bombardamenti aerei!

 

Anche se non lo sapeva Francesca Bonci era molto vicino alla realtà quando asserisce che Osimo fu protetta da Dominedio. Senza l’intervento del gen. Utili, come abbiamo visto, Anders ed i suoi ufficiali avevano ormai deciso di raderlo al suolo mediante uno o più bombardamenti aerei. Questa consapevolezza di essere stati protetti fa si che, un anno dopo, nel celebrare il primo anniversario della liberazione, viene stampato e distribuito alla popolazione, durante le funzioni di ringraziamento, un “Santino” che Francesca Bonci ha conservato nel frontespizio del suo “Diario di Guerra.

La preghiera è così composta:

 

Basilica di Sam Giuseppe da Copertino, Osimo- 18 luglio 1945

Primo Annuale della Liberazione della Città

 

“Benedetto Iddio. Padre del Signor Nostro Gesù Cristo delle Misericordie e di ogni consolazione. Il quale ci consola in ogni tribolazione nostra. (Cor. I,3-4)

Benedetta Tu, O Maria Vergine Madre di Dio dal Signor Dio Altissimo che per mezzo tuo è venuto in soccorso del suo popolo” (Iud.)

Io sono Giuseppe il fratello vostro per la vostra salvezza

il Signore mi ha mandato avanti a voi (Gen 45, 4-5)

S. Giuseppe da Copertino, Santi e Sante di Dio, Spiriti Beati del Cielo, pregate per noi, per gli afflitti ed i prigionieri, per quelli che hanno combattuto per noi, per tutti i vivi ed i defunti, affinchè siano fatti degni delle promesse di Cristo. Cosi Sia

 

 

Lo riproduciamo integralmente, accanto ad un bozzetto in cui Elmo Capannari ritrae le macerie di San Marco, sottolineando quanto sia forte il legame tra Osimo ed il suo Santo protettore, San Giuseppe da Copertino.

 

Santino. Fronte (7x12) S. Giuseppe da Copertino (1603-1663) Patrono di Osino e della Gioventù Studiosa.[2] Il disegno è quanto mai interessante: Tra due croci già infisse nel terreno, il Santo si libra nell’aria e tiene fortemente una croce; sembra in procinto di piantarla nel terreno in una buca precedentemente scavata dalla popolazione, in laceri vesti, plaudente e venerante. La pala, o la vanga disegnata in basso fa supporre questo. Poi è riportata la dizione Cart. Tip. Bottega dello Scolaro – Osimo.

Santino Retro. E’ riportato il titolo “Basilica di San Giuseppe da Copertino – Osimo, la data anniversaria, 18 luglio 1945, e la preghiera. Interessante il passaggio di detta preghiera  che recita “per quelli che hanno combattuto per noi” che apre a molte interpretazioni sulla situazione politico-militare del tempo. Infine il Santino riporta che esce “con approvazione ecclesiastica”

 

 

Bozzetto n. 7 Elmo Capannari, (24x30) B/n ritrae la scena di una casa distrutta nel rione San Marco, proprio sotto il campanile. In alto a destra accanto al Campanile, la dicitura “casa distrutta nel Rione San Marco – Luglio 1944”, in inchiostro nero. In fondo a destra, la firma, Cappannari’44.

 

 

 

*centrostudicesvam



[1] All’Abbadia era parroco da oltre trenta anni lo zio di Francesca Bonci, Don Vincenzo Scarponi.

[2] In famiglia è rimasto il ricordo dei tempi di scuola. Se andavi male, era colpa tua che non studiavi; se andavi bene e prendevi un buon voto, era merito di San Giuseppe. Da sottolineare che il santino riporta la dizione “protettore della gioventù studiosa”, non come comunemente asserito, “protettore degli studenti”. Vi è una fondamentale differenza..

venerdì 21 agosto 2020

Atti. I Volontari partigiani nel rinnovato esercito italiano

Relazione concernente il contributo dei partigiani Umbri alla costituzione dei Gruppi di Combattimento

 Carlo Smuraglia, I volontari partigiani nel rinnovato Esercito italiano, Roma, Libreria Editrice Viela, 2018,

 

Il volume, edito su iniziativa della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) Comitato Nazionale,  riporta i contributi di un convegno tenuto a Terni sia dal Direttore del CeSVaM che dal Dott. Giovanni Cecini. Il volume, quindi riporta i loro contributi e quelli  di Angelo Bitti, Nicolò Da Lio, Roberta Mira, Carlo Smuraglia, Alvaro Tacchini, Marco Venanzi.

Raccolti dal Presidente dell’ANPI Carlo Smuraglia, queste relazioni riportano le esperienze e le gesta dei “ribelli”, umbri che, con  l’arrivo del fronte in Umbria ( Perugia fu raggiunta dalle forze alleate nel giugno 1944) decisero di continuare la loro lotta arruolandosi nel Regio Esercito Italiano in quel   torno di tempo operante con il CIL negli Abruzzi e nelle Marche. Il processo di arruolamento fu agevolato dalla decisione alleata di ritirare dal fronte il CIL e di costituire i Gruppi di combattimento, mentre a livello divisionale con equipaggiamento e armi britannici. I partigiani umbri affluiscono ai centri di raccolta ed addestramento dell’area romana e poi inquadrati nei gruppi di combattimento Cremona, che entrò in linea sul Serio nel gennaio 1945. Un esempio di come esponenti del II fronte si integrano in quello del I fronte, nella nostra concezione della guerra di liberazione, come esposto a Torino nella Giornata del Decorato.



venerdì 14 agosto 2020

martedì 28 luglio 2020

La Meridiana. Iniziata una piacevole collaborazione


 La Meridiana è il settimanale di Osimo.  E' lo specchio della vita cittadina in tutti i suoi variegati aspetti. Dal mese di luglio è iniziata una piacevole collaborazione. I Vari articoli qui pubblicati saranno riportati su questo blog.

giovedì 23 luglio 2020

Un Contributo ad Elisa

 

APRILIA

 ESPOSIZIONE “UN RICORDO PER LA PACE”- COLLEZIONE OSTILIO BONACINI

imminente la rimozione dall’auditorium del Liceo “Meucci”

 

 UN MUSEO PER LA PACE  NEL CENTRO DI APRILIA

 la proposta di “Un ricordo per la pace”

 

Elisa Bonacini : “Qui dove sono morti  migliaia di soldati provenienti da tutto il mondo. Da qui deve partire forte il messaggio di pace.”

 

 

 

Sembra arrivata al termine la permanenza dell’esposizione “Un ricordo per la pace” presso l’auditorium del Liceo “A. Meucci” che ne ha intimato la rimozione nel più breve tempo possibile. Una situazione al limite del paradossale lo “sfratto” per la mostra storica patrocinata dal Comune di Aprilia sul tema prioritario “Aprilia in guerra: La Battaglia di Aprilia”.  Nelle teche esposti oltre 300 reperti della collezione di Ostilio Bonacini relativi alla prima ed in maggior numero alla seconda guerra mondiale, con particolare riferimento agli eserciti che hanno combattuto sul territorio apriliano nel 1944. Una collezione prestigiosa che il Comune di Aprilia con deliberazione di Giunta n. 163 del 12.6.2012 ha accettato in affidamento a titolo perenne e gratuito dandone sede provvisoria presso il plesso scolastico di via Carroceto con l’impegno di reperire locali nel centro  di Aprilia per realizzarne un’esposizione civica permanente.

La mostra a cura dell’Associazione “Un ricordo per la pace” fu inaugurata il 24 aprile 2013 nel grande locale che fino al 2015 è stato di competenza  dell’I.I.S. “C. e N. Rosselli” cui il Comune di Aprilia affidò la custodia del materiale storico attraverso specifica convenzione.

Nello stesso comprensorio studentesco nel febbraio 2014 fu inaugurato il Memoriale dedicato ad Eric Fletcher Waters ed ai Caduti senza sepoltura del 1944;  promotori dell’iniziativa l’associazione “Un ricordo per la pace” ed il veterano britannico Harry Shindler.

La correlazione esposizione storica-monumento pare non essere stata tenuta in considerazione dal Liceo “A.Meucci”: nel dicembre 2016 il primo invito a rimuoverla,  richiesta motivata da esigenze di spazi per “opere legate ad attività teatrali”. Il 6 marzo scorso l’“ultimatum” della dirigente Laura De Angelis per lo smantellamento della mostra che, a quanto afferma la dirigente, occuperebbe i locali scolastici senza autorizzazione alcuna; ritenute pericolose per la sicurezza degli studenti le teche espositive appositamente realizzate dal Comune di Aprilia.

Esprime preoccupazione Elisa Bonacini erede della collezione e presidente di “Un ricordo per la pace” che dopo il  trasferimento del “Rosselli” più volte aveva chiesto al Comune l’adeguamento della convenzione con il Liceo. Il 19 marzo ha protocollato al Comune di Aprilia la richiesta di un incontro per definire il futuro dell’esposizione:  “Spero che emergano notizie rassicuranti, che il Comune intervenga a tutela della mostra. Nella nota ho chiesto ancora una volta di ottemperare all’impegno preso nella delibera di accettazione della collezione reperendo nel più breve tempo possibile locali nel centro storico di Aprilia. Nello specifico la richiesta è di trasferire la mostra in sede definitiva presso i locali comunali di Piazza Roma attualmente adibiti agli uffici al pubblico, che sembrerebbero destinati al trasferimento in piazza dei Bersaglieri. Spero che il Comune  prenda in considerazione il progetto di “Museo per la pace nel centro di Aprilia” che ho anticipato nel protocollo; un progetto che vorrei condividere con le associazioni apriliane, in primis con le associazioni d’Arma che già hanno dato la loro adesione nell’ipotesi di progetto museale (nota prot. n. 46403 del 7.6.2012 allegata alla delibera di affidamento della collezione ).

Prosegue la Bonacini: “ Il nostro progetto di “Museo per la pace” prevede certamente una degna collocazione per i reperti storici ma non si esaurisce nella realizzazione di una statica esposizione  dei materiali ma aspira a far divenire il Museo uno spazio interattivo, un luogo di aggregazione per la cittadinanza attraverso attività socio-culturali, concorsi ed iniziative. Non sottovalutando il ruolo  dell’arte in ogni sua forma, che tanto può influire nella riconciliazione tra differenti culture. Abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni il ricordo di chi ha combattuto per la nostra libertà, ma dobbiamo proiettarci nel futuro, lavorare giorno dopo giorno con pazienza e determinazione per educare alla cultura della non violenza, del rispetto reciproco, della solidarietà. È necessario abbattere le barriere interculturali spesso generate da gretta ignoranza. Sono certa che con l’impegno delle associazioni potremmo realizzare qualcosa di bello e di grande, il contributo di Aprilia per la pace. Voglio rivolgere pertanto un appello alle associazioni di Aprilia che vorranno sostenere e collaborare nel progetto. Circa un centinaio nel mondo i Musei per la Pace, organizzati nella Rete Internazionale dei Musei per la Pace, con cui sarebbe meraviglioso creare una sorta di gemellaggio. Sogno un Museo per la Pace ad Aprilia, qui dove nel 1944 sono morti migliaia di soldati provenienti da tutto il mondo; il loro sangue è intriso nella nostra terra. Da qui deve partire forte il nostro messaggio di pace.”

 

giovedì 16 luglio 2020

Aperto un W'up "Cugini Baldò"



In questa estate in cui il frequentarsi sembrava una utopia
è arrivata la bella iniziativa di aprire un w'up tra tutti i cugini
"Baldò"

Partecipo e plaudo con una foto per riconoscerci
 nella versione che aggiorna i ricordi

Dei "ciambotti"  parleremo a volontà

venerdì 10 luglio 2020

HA ANCORA SENSO CAMMINARE INSIEME PER CONDIVIDERE SPAZI DI RIFLESSIONE, IN UN PERIODO COME QUESTO, DOTATO DI SOFISTICATI MEZZI DI COMUNICAZIONE?

Il nostro amico Giandomenico mi ha chiesto di partecipare, almeno con un contributo scritto, alla Route di Mezza Estate, non potendo di persona per i motivi di salute a Voi noti; ho accettato di buon grado e spero, con questa breve nota, di rispondere utilmente. Indubbiamente, nel cercare di esprimere il mio punto di vista sull’argomento proposto, mi mancano gli spunti di riflessione derivanti dalle vostre parole, che avrebbero certamente arricchito l’analisi degli argomenti che mi accingo ad affrontare; spero mi scuserete per tutte le parzialità contenute in questo scritto.

Nel metodo scout, che conosciamo, soprattutto per la branca Rover, si parla diffusamente dell’esperienza della “strada”, come luogo di incontro e di confronto con gli altri, e come mezzo metaforico di SERVIZIO verso tutti coloro che “incontriamo” lungo la strada della vita. Non a caso ci salutiamo con un “Buona strada”. Tuttavia, ritengo che le occasioni del cammino reale e non metaforico, sia in solitudine che in compagnia, e possibilmente in luoghi poco frequentati e in contatto con la natura, magari nel silenzio e nel buio della notte, permettano di parlare con noi stessi senza quelle interferenze e quelle distrazioni esterne che disturberebbero non solo la concentrazione, ma anche la sincerità dei nostri pensieri. Marciare insieme può costituire, il più delle volte, occasione per scambiarsi risposte alle nostre domande, chiarimenti ai nostri dubbi, argomenti per riflettere sulla necessità di portare correzioni a comportamenti o a convinzioni che nella “confusione” del vivere corrente non abbiamo il tempo né il modo di riconoscerci.

Ciò senza sminuire, tuttavia, la ricchezza del cammino solitario, che consente una maggiore introspezione soprattutto nel silenzio notturno, rotto solamente dai rumore dei propri passi. E quando le condizioni lo permettono, la compagnia del manto stellare, nel quale è possibile riconoscere stelle e costellazioni, e misurare il tempo dal loro movimento, aiuta a mettere ordine ai propri pensieri e ai propri ricordi. Personalmente credo che nessuno strumento tecnologico possa intensificare o sostituire le esperienze che si possono vivere in solitudine o in compagnia silenziosa, soprattutto nelle marce notturne, ma anche in quelle di percorsi che consentono la visione del paesaggio o di sentieri boscosi. Inoltre ritengo che non sia secondaria la fatica fisica, che a volte accompagna il cammino, soprattutto su sentieri di montagna; tale fatica, come sappiamo bene, è spesso dura e ci invoglia a desistere o a fermarci per un riposo. Fermo restando che il riposo fa parte del cammino, la fatica è anche una misura della nostra tenacia, che ci porta a dirci “ancora un tratto …; dopo quel dosso …. ; sotto quella pianta …. e così rinviando anche di poco il momento del riposo ci alleniamo a resistere alla fatica, finché possibile, e rinforziamo la nostra tenacia. Inoltre la marcia non solitaria consente di parlare, e di sentire la condivisione della fatica; passare al compagno di cammino la borraccia per un sorso d’acqua è un gesto solo apparentemente di scarsa importanza!!

 Per questi motivi ritengo che le occasioni di incontro con amici comuni, attraverso il cammino e la fatica fisica siano ancora occasione di personale crescita interiore e di consolidamento delle amicizie. Non a caso, quindi, l’emblema della vita scout in età da rover è “la strada”!

BUONA STRADA A TUTTI

 Antonio Levy,

 Giugno 2020

venerdì 3 luglio 2020

Route di Mezza Estate 10 Luglio 2020

Carissimi,
Vi informo che abbiamo organizzato una “ROUTE di MEZZA ESTATE” per venerdì 10 LUGLIO 2020.

L’incontro è previsto per le ore 19 a Polverigi, via della Baviera n.12 (consultare planimetrie allegate) dove potremo parcheggiare le nostre auto.

Cercate di essere puntuali, come da stile scout, per realizzare bene l’incontro. Dal punto di ritrovo si procederà verso la casa di Mauro Vecchietti, dove affronteremo - nel migliore spirito scout –
il tema

“E’ in atto un cambiamento radicale della comunicazione, suggerito (imposto?) dalle nuove tecnologie. Riteniamo che abbia ancora senso camminare e dialogare insieme?”.

Certo di fare cosa gradita, allego alla presente il pensiero che Antonio Levy ha inteso dedicarci, non potendo essere presente all’evento (ovviamente la sua presenza spirituale è come sempre garantita!).

L’incontro sarà allietato da uno spuntino “frugale”: grigliata di salsicce, costarelle e fegatini!

Contributo per la cena: offerta libera.

 Dopo l’incontro riprenderemo “insieme” il cammino sotto le stelle. La route avrà termine intorno alle ore 24.

 Sarà presente Don Claudio Merli, Parroco di Collemarino.

 E’ gradito un segno scout: ad esempio il fazzolettone o altro. La partecipazione dovrà essere gentilmente confermata a Paolo Bonfigli al n.349 6715159, al quale potrete rivolgervi per ulteriori chiarimenti logistici.

Buona strada

Paolo Gigli

mercoledì 24 giugno 2020

Sessione di laurea estia Anno Accademico 2019-2020

Master di 1à Livello 
in Storia Militare Contemporane 1796 - 1960. La sessione di laurea estiva si terrà 
Giovedi 2 luglio 2020 ore 15.

lunedì 15 giugno 2020

I forti di Sesto in Alta ValPusteria


La programmata vacanza in alta Val Pusteria con la visita ai froti che sbarravano
la strada verso Sesto e Fortezza 
è rinviata
 a causa delle note restrizioni dovute al covid19
per approfondimenti



venerdì 5 giugno 2020

La Uniformologia, scienza ausiliare della storia


La Uniformologia, scienza ausiliare della storia, completa la ricostruzione di un evento militare, dando connotazioni complementari. Le Uniformi come qui rappresentate sono di un epoca in cui le armi della fanteria a tiro teso non richiedevano la mimitizzazione, pertanto il costume militare, che si traduceva nella uniforme, poteva spaziare a tutto tondo adottando capi di vestiario che potevano tener conto dell'estro e del gusto del militare. (per approfondimenti sul tema uniformologico:www.uniformologia.blogspot.com)

giovedì 21 maggio 2020

Politica MIlitare Comparata dal 1945 ad oggi. Master di 1° Livello



MASTER DI I LIVELLO
POLITICA MILITARE COMPARATA DAL 1945 AD OGGI
Dottrina, Strategia, Armamenti.
                                                                                                                                   
Obiettivi e sbocchi professionali
Approfondimenti specifici caratterizzanti le peculiari situazioni al fine di fornire un approccio interdisciplinare alle relazioni internazionali dal punto di vista della politica militare, sia nazionale che comparata. Integrazione e perfezionamento della propria preparazione sia generale che professionale dal punto di vista culturale, scientifico e tecnico per l’area di interesse.
 Destinatari e Requisiti
Appartenenti alle Forze Armate, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Insegnanti di Scuola Media Superiore, Funzionari Pubblici e del Ministero degli Esteri, Funzionari della Industria della Difesa, Soci e simpatizzanti dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’UNUCI, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Cultori della Materia (Strategia, Arte Militare, Armamenti), giovani analisti specializzandi comparto geostrategico, procurement ed industria della Difesa.
Durata e CFU
1500 – 60 CFU. Seminari facoltativi extra Master. Conferenze facoltative su materie di indirizzo. Visite facoltative a industrie della Difesa. Case Study. Elettronic Warfare (a cura di Eletronic Goup –Roma). Attività facoltativa post master
Durata e CFU
Il Master si svolgerà in modalità e-learnig con Piattaforma 24h/24h
Costi ed agevolazioni
Euro 1500 (suddivise in due rate); Euro 1100 per le seguenti categorie:
Laureati UNICUANO, Militari, Insegnanti, Funzionari Pubblici, Forze dell’Ordine
Soci dell’Istituto del Nastro Azzurro, Soci dell’UNUCI
Possibilità postmaster
Le tesi meritevoli saranno pubblicate sulla rivista “QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO”
Possibilità di collaborazione e ricerca presso il CESVAM.
Conferimento ai militari decorati dell’Emblema Araldico
Conferimento ai più meritevoli dell’Attestato di Benemerenza dell’Istituto del Nastro Azzurro
Possibilità di partecipazione, a convenzione, ai progetti del CESVAM
Accredito presso i principali Istituti ed  Enti con cui il CESVAM collabora
Contatti
06 456 783 dal lunedi al venerdi 09,30 – 17,30 unicusano@master
Direttore del Master: Lunedi 10,00 -12,30  -- 14,30 -16

ISTITUTO DEL NASTROAZZURRO                             UNIVERSITA’  NICCOL0’ CUSANO
CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare                                       www.unicusano.it/master
www.cesvam.org  - email:didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org