La prima fase: sconfiggere l’oblio
Si è scritto che non che la
Resistenza dei Militari all’estero non è stata studiata; tra i vari comparti,
quello dell’Albania, il meno di tutti. Le ragioni di questa situazione si
possono riscontrare, in primo approccio, alla volontà dei protagonisti della
resistenza all’Estero, una volta rientrati in patria, al pari degli Internati
Militari e ai Reduci in genere, di non voler parlare delle proprie vicende ed
esperienze. Si sono chiusi tutti nel silenzio, convinti che non ci fossero
ascoltatori in grado di capire quello che loro avevano sofferto e patito.
Non è che questa loro
posizione fosse distante dalla realtà. Basti pensare che, rispetto a coloro che
diedero vita alla Resistenza in Italia, sono stati creati all’indomani del 25
aprile per ogni provincia Istituti di Studi e Documentazione che subito hanno
iniziato a raccogliere ogni cosa utile per documentare la Resistenza. Per
quella all’estero, nulla.
Ed è semplice verificarlo.
Ci si è affidati alla
memorialistica del singolo, che corrispondeva in modo occasionale con qualche
suo compagno e nulla più.
Tutto questo è durato per
oltre 40 anni.
Per fronteggiare questa
situazione, grazie alla iniziativa di alcuni protagonisti, in particolar modo,
il gen. Ilio Muraca, già combattente in Jugoslavia nella divisione Garibaldi,
fu proposta al Ministero della Difesa la creazione di una Commissione per lo
studio e la documentazione della Resistenza all’Estero.
L’allora ministro Valerio Zanone accolse
questa proposta e nomino, con data 2 gennaio 1989 una apposita commissione
composta da esponenti dell’ANPI (Ilio Muraca, Angelo Graziani, Alfonso
Bartolini) della FIAP (Giuseppe Marras,Gaetano Messina, Avio Clementi) della
FIVL ( Giovanni Giraudi, Giuseppe Amati,) dell’ANEI ( Carlo De Luca, Vittorio
Emanuele Giuntella) della ANVRG (Luigi
Reggiani, Lando Mannucci) e esponenti del Gabinetto del Ministro. I lavori
dovevano durare un anno.
La Commissione, chiama fra gli addetti CO.RE.MI.TE, si mise al
lavoro e riuscì a produrre volumi dedicati a settori particolari, come I Medici
e di Cappellani nella resistenza all’estero, e a precise are operative: La
Corsica, La
Francia Metropolitana, la Grecia Continentale,
Le isole (Lero e Cefalonia), La Jugoslavia settentrionale, La Jugoslavia
centrale ed il Sangiaccato, il Montenegro. La Commissione constatò che non vi
era alcunché di utile e fattivo per l’Albania. Il prof. Buonasera,
dell’Università di Palermo, che fece tutta la resistenza in Albania,
inizialmente incaricato di svolgere ricerche e produrre documentazione,
dichiarò che non vi era materiale sufficiente per un volume degno di questo
nome.
In questa fase di stallo il
Gen. Muraca, su indicazione dei superiori, contattò l’allora Cap. Massimo Coltrinari,
in servizio presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, che, tra i suoi compiti,
ricevette l’incarico di mettersi a disposizione per questa esigenza del
predetto gen. Muraca.
Inizia quello che posteriori
si può definire la Prima fase delle ricerche su questo tema.
Riprendendo dal volume edito
nel 1999, si può leggere:
“La ricerca intrapresa sulle
vicende dei nostri soldati in Albania, inizialmente, sembrava non avere la
possibilità di sviluppo, in quanto le fonti disponibili o quelle ipotizzabili
apparivano limitate e di poca
consistenza. Ci si accinse a questa ricerca con la convinzione che in poco
tempo la ricerca stessa si potesse terminare.
Individuata la parte edita,
le prime ricognizioni nelle varie biblioteche fornirono documentazione scarsa,
confermando il dato iniziale di partenza. L’Albania sembrava un paese
inesistente, dimenticato da tutti.
Si impostò il lavoro, a
fronte di questa situazione, su criteri di ricerca basati più sulla
memorialistica che sulla documentazione di archivio ed edita, ovvero si iniziò
a raccogliere testimonianze, puntando decisamente sulla fonte orale, più che su
quella materica. Entrando in contatto con i protagonisti, si ebbe la sorpresa:
ognuno di loro , oltre a fornire la propria testimonianza, ha fornito anche
documentazione coeva di interesse, ma soprattutto la maggior parte ha dato
indicazioni per arrivare a fonti archivistiche di rilievo, allora sconosciute.
Questo ha permesso di
rivisitare gli Archivi già consultati con altri presupposti di ricerca, ovvero
di visitarne altri, ove in modo spesso indiretto si è arrivati a documenti ed
elementi materiali riferiti all’Albania nel periodo interessato.
Ne sono nati, intorno agli
anni 1992.1993 ( la ricerca è iniziata sul finire del 1989) diversi filoni di
ricerca che, inizialmente sviluppati hanno portato ad altre fonti
archivistiche, alcune delle quali anche albanesi. La massa dei documenti
raccolti e catalogati è stata ordinata nel settore Albania dell’Archivio di Co.Re.MI.Te.. Tale archivio
comprende anche altri settori (Egeo, Jugoslavia, Francia, ecc.) e terminati i
lavori della Commissione è stato versato all’Ufficio Storico dello
Stato Maggiore dell’Esercito. Il materiale raccolto personalmente dall’Autore
nel periodo successivo, ordinato, sarà versato all’Ufficio Storico
predetto.
Sulla base di quanto raccolto
fino al 1993 è stata predisposta la prima stesura (1994) della monografia, che subito è apparsa
antologica.
L’aver voluto tutto inserire,
nell’asserzione che tutto doveva essere citato, come reazione naturale
all’iniziale mancanza di documentazione, dava un profilo troppo didascalico,
spesso ridondante e dispersivo, alla monografia stessa. Mantenuto l’impianto
descrittivo, si è provveduto ad una riscrittura integrale del testo con criteri di inserimento dei documenti più
selettivi. La bozza di questa stesura, rilegata, è stata inserita come
documento nell’Archivio di COREMITE.
Nel frattempo, però,
continuavano a giungere altre testimonianze, altra documentazione, anche di
particolare interesse, che davano contorni più precisi a fatti ed avvenimenti ,
che portò alla formulazione del 1995 della monografia.
Ci si accorse subito, ad una
prima rilettura, che rispetto a quella del 1994, il carattere antologico era
ancora troppo esteso, seppure se erano stati ridotti gli aspetti ridondanti. La
scelta che si presentava era duplice: o raccogliere ulteriori documenti
sviluppando altri filoni di ricerca, che in sostanza era lo scopo di COREMITE,
allargando il profilo antologico della ricerca o concentrarsi su determinati
aspetti essenziali e focalizzare su questi la stesura della monografia
Appariva un vero peccato che
gli aspetti operativi delle nostre unità alla vigilia dell’armistizio, tutta la
guerra partigiana condotta dall’E.L.N.A., Esercito di Liberazione Nazionale
Albanese, nella sua interezza, l’attività delle Missioni Militari Alleate, i
rapporti tra il Partito Comunista Albanese ed il movimento titino in
Jugoslavia, i collegamenti tra la Resistenza Albanese
e quella Greca ( ove anche qui vi erano militari italiani) l’attività
collaborazionista che tanto incideva sulla vita dei cittadini italiani in
Albania, le vicende degli ebrei scampati alle persecuzioni nel resto d’Europa
che avevano trovato in Albania, territorio italiano, un sicuro rifugio, ed altri
argomenti interessanti di cui si sono acquisti documentazioni, alcune di
rilevo, non potevano trovare spazio descrittivo.
Si è deciso, quindi, di
pubblicare, in collaborazione con L’Associazione Nazionale Reduci dalla
Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione (ANRP) un volume
dedicato all’avviamento dei militari italiani dei nostri militari nei campi di
concentramento tedeschi , ovvero la descrizione degli avvenimenti in Albania
all’indomani dell’armistizio delle Grandi Unità Complesse, cioè i Corpi
d’Armata.
Nel contempo la parte documentaristica che non
si poteva inserire veniva utilizzata in numerosi articoli su riviste specializzate
( prima fra tutte “Patria Indipendente”, la rivista dell’Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia,
“Rassegna”, la rivista della ANRP e su numerose riviste delle Associazioni
Combattentistiche e d’Arma. Ed anche sulla Stampa quotidiana.
Questa attività di
divulgazione, che peraltro ha innestato un successivo processo di
acquisizione di testimonianza e documentazione,
si è integrata anche con la partecipazione a vari Convegni di Studio, per lo
più organizzati nell’ambito delle manifestazioni del 50° della resistenza.
Tutta questa attività è stata riportata nel volume “Tra memoria e storia”, a
cura di Enzo Orlanducci, Edizioni ANRP, Roma 1998.
Questo ha permesso (stesura
del 1996) di ridurre notevolmente la monografia, anche se l’aspetto
antologico è rimasto. In presenza di
nuova documentazione disponibile, l’idea di scindere la monografia in blocchi,
al fine di concentrarsi solo sugli avvenimenti armistiziali, o quelli riferiti
alla guerra partigiana non è stata accettata. Si trattava in pratica di non
utilizzare tutta la parte precedente l’8 settembre, con una sintesi ulteriore
delle operazioni dall’ottobre 1943 alla fine della guerra. Questa soluzione,
peraltro, armonizzava la monografia dell’Albania a quelle, già edite, della
Grecia e dell’Jugoslavia e dell’Isole dell’Egeo. Si è preferito rinunciare a
questa soluzione per mettere a disposizione tutto il materiale ritenuto utile
per cercare di allineare, a livello di documentazione, l’Albania agli altri
settori della resistenza all’estero. Si è arrivati, di conseguenza, alla
stesura della Resistenza all’estero. Si è arrivati, di conseguenza, alla
stesura monografica del 1997. Rivista ulteriormente, questa edizione si
trasformò nella bozza definitiva che permise la pubblicazione del volume
“Albania” di COREMITE.”
Con la pubblicazione del
volume “Albania” da parte della Rivista Militare nel 1999, presentato in varie
sedi, terminava quello che abbiamo definito la I Fase delle ricerche.