Cerca nel blog

sabato 5 luglio 2014

Il volume n. 10 della Collana Storia in Laboratorio.


Massimo Coltrinari

IL CORPO ITALIANO
DI LIBERAZIONE E ANCONA
 Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso.
Il passaggio del fronte: giugno-luglio 1944

ISBN 978-88-6812-322-2
Nuova Cultura, Roma 2014
 pp. 350 - Euro 25,00 



Il volume illustra il contributo che il Corpo Italiano di Liberazione ha dato alla liberazione delle Marche, in generale, e di Ancona in particolare, nella Battaglia per Ancona, svoltasi dal 1 al 20 luglio 1944.

Inquadrato nel II Corpo d’Armata Polacco, il Corpo Italiano di Liberazione svolse il ruolo di coprire il fianco sinistro dei Polacchi, che avanzano lungo la litoranea Adriatica; in questo ruolo liberarono Ascoli Piceno, Macerata, Tolentino.
Il Comandante Polacco Anders, occupata Osimo il 6 luglio, predispose un piano di attacco per la conquista di Ancona che schierava la 3a Divisione Carpatica a destra, con compiti di fissaggio ed inganno, la 5a Divisione Krescowa al centro, con compiti di attacco, rottura e sfondamento del fronte tedesco, mediante manovra di aggiramento, il Corpo Italiano di Liberazione, a sinistra, con compiti di protezione, sicurezza e copertura del fianco sinistro. L’obiettivo era conquistare Ancona e annientare la guarnigione tedesca. Questo piano, messo in atto dall’alba del 17 luglio, ebbe un successo parziale: Ancona fu conquistata il 18 luglio, ma la guarnigione tedesca, nonostante forti perdite, non fu annientata. Di questo parziale insuccesso, vari comandanti polacchi accusarono il Corpo Italiano di Liberazione, accusandolo di aver raggiunge i suoi obbiettivi con ritardo, scoprendo il fianco sinistro delle forze avanzanti polacche, che furono costrette a fermarsi, e quindi dare tempo a quelle tedesche di salvarsi. Accuse che si rivelarono infondate, ma che dimostrano, indirettamente, come il Corpo Italiano di Liberazione era parte integrante delle forze alleate che liberarono Ancona.

Per dimostrare questo, il volume presenta pagine di storia militare con un linguaggio, a volte, per specialisti, affrontando anche delicati argomenti come l’atteggiamento ostile Britannico verso gli Italiani, il ruolo politico delle forze italiane, l’apporto delle forze della Resistenza ai combattimenti ed altri. Il linguaggio diviene, però, presto amabile e divulgativo in quanto le operazioni militari sono anche ricostruite attraverso le testimonianze orali e documentali coeve a complemento della descrizione tecnico-tattica. Testimonianze di militari e di civili, da quella di Sergio Pivetta, a quella di Francesca Bonci, che descrive con il suo Diario il passaggio del fronte ad Osimo, a quelle di sfollati di Agugliano, Castel’Emilio, Cassero, Camerata Picena e Castelferretti, abitati sull’asse di avanzata dell’attacco polacco. Emerge in tutti, tra macerie morali e materiali, il desiderio di sopravvivere e, la speranza di vivere un futuro diverso e migliore.

Il volume descrive, quindi, il passaggio del fronte nell’anconetano, nome con cui si ricorda quei terribili gironi, quei giorni delle oche verdi, oche che erano dipinte dai contadini con il  verderame per mimetizzarle e evitare attacchi aerei alleati, e del lardo rosso, come i soldati tedeschi, sempre in cerca di cibo da rubare nelle loro razzie, chiamavano il prosciutto.  Un volume di ricostruzione storico-militare e testimonianze.


venerdì 4 luglio 2014

17 luglio 2014. Polverigi. Il ricordo del passaggio del fronte. Programma







I Guerra Mondiale. Mostra: L'Europa in Fiamme. Pesaro 28 giugno-9 novembre 2014






28 Giugno: un incontro riuscito. Filottrano

La conferenza dedicata alla battaglia di Filottrano tenutasi il 28 giugno alle 21, 30 ha visto la presenza di numeroso

pubblico. Ancorché in un ambiente aperto e quindi fortemente dispersivo, anche con l'aiuto di un power point incentrato su fotografie coeve, si è riusciti a catturare l'attenzione di tutti. Il tema proposto era quello del Corpo Italiano di Liberazione e Filottrano. Il rapporto instaurato con le truppe italiane e la popolazione.

 
Posto l'accento su alcuni aspetti ordinativi e operativi, tra cui il rapporto tra artiglieria e fanteria, sempre deficitario, si è dimostrato l'assunto che gli Italiani a Filottrano dovevano assolvere un compito importate e l'hanno assolto. Ovvero quello di conquistare Filottrano per permettere al Corpo Polacco di attaccare ancona per manovra.
Cinque battaglioni italiani attaccarono due battaglioni tedeschi e in una giornata di duri combattimenti ( un battaglione tedesco fu distrutto) ed al termine si ebbe ragione della resistenza germanica.
 
E' seguita  una interessante discussione. In un intervento una Signora, che era fanciulla nel 1944 ha portato la sua testimonianza, che ha lasciato tutti un po'  sorpresi: la Signora asserisce che dieci prigionieri tedeschi, dopo la fine dei combattimenti furono fucilati dagli Italiani per rappresaglia. Riporta anche la testimonianza della madre.
L'episodio, in oltre 70 anni non è mai emerso. Presente Giovanni Santarelli, il massimo storico locale, anche lui è stato sorpreso da questa testimonianza. Un dato che si dispone è che nell'elenco dei caduti tedeschi e nei corpi poi seppelliti a Filottrano non risulta questo episodio.
Anche dalle fonti tedesche non risulta alcunchè
 Quindi ci si è ripromessi di svolgere indagini, partendo dal luogo indicato dalla Signora ove sono stai raccolti i cadaveri dei tedeschi
 
Con questo interrogativo e con nuove ricerche si può dire che la serata sia sta estremamente proficua