“Osimo si salva dalla distruzione”
San Giuseppe da Copertino e
la preghiera della Liberazione
18 luglio 1944 -18 luglio
1945
Di Massimo Coltrinari*
L’ultima
pagina del Diario di guerra di Francesca Bonci porta la data del 19 luglio
1944. Ormai il fronte è passato. Le truppe polacche il giorno prima alle 17,30
erano entrate in Ancona, mentre il Corpo Italiano di Liberazione, in quel 19
luglio, stava avanzando da Rustico, per Santa Maria Nuova, ed aveva come
obiettivo Jesi, che avrebbe occupato l’indomani 20 luglio.
Osimo
era ormai diventato retrovia, e la popolazione iniziava a riprendersi e ad
uscire dai rifugi, scoprendo una realtà in parte immaginata:
Franscesca Bonci così la descrive:
“La nostra cittadina ha un aspetto desolante!
Ora che ci è permesso di uscire senza incubo….possiamo osservare con
meraviglia come è conciata! Case
completamente distrutte non c’è ne sono, ma ovunque macerie su macerie, strade
ingombre di ogni sorta di roba distrutta, grovigli di fili elettrici e
telefonici, vetri ed altro!”
Non
solo Osimo aveva ricevuto danni, ma anche, ad esempio, l’Abbadia di Osimo[1]
aveva subito lutti e danni:
“Ci racconta poi la mamma che laggiù è un
vero disastro! La loro casa e la chiesa semi-distrutte, altre case sono molto
colpite ed in più molti morti tra persone amiche e conoscenti ed una gran
quantità di esplosivi sparsi da per tutto.”
Ad
Osimo la vita inizia a riprendere:
“Noi siamo tutti ritornati nella nostra casa!
Povera casetta nostra!
Non è stata colpita gravemente (per
quanto i Tedeschi sapevano dove erano i Comandi e quindi il maggior numero di
bombe erano dirette sulla nostra casa e quella del dott. Boccanera) ma è molto
in disordine e sporca e ci vorrà del bello e del buono per poterla farla
ritornare normale! Gianna ci va via, ed è naturale con tutto quello che è
successo!!! E noi rimaniamo senza aiuto ed in più non abbiamo acqua.
Coraggio! Il brutto è passato! Con buona
volontà li metteremo a posto!
Dia sia ringraziato che nessuno della
nostra famiglia è stato colpito! Siamogli riconoscenti e preghiamo per i nostri
parenti lontani affinchè loro non subiscano pene, tribolazioni ed affanni, come
noi, ma la pace venga presto in tutti e su tutta l’Italia intera!
Noi Osimani crediamo fermamente che la
mano di Dio abbia posato su noi tutti della città, per intercessione di San
Giuseppe da Copertino, patrono di Osimo! Infatti i buoni Frati Conventuali,
appena incominciata la battaglia sulla nostra zona, hanno messo le reliquie del
Santo nella Cupola e Lui ci ha protetto da peggiori disastri e da bombardamenti
aerei!
Anche se non lo sapeva
Francesca Bonci era molto vicino alla realtà quando asserisce che Osimo fu
protetta da Dominedio. Senza l’intervento del gen. Utili, come abbiamo visto,
Anders ed i suoi ufficiali avevano ormai deciso di raderlo al suolo mediante
uno o più bombardamenti aerei. Questa consapevolezza di essere stati protetti
fa si che, un anno dopo, nel celebrare il primo anniversario della liberazione,
viene stampato e distribuito alla popolazione, durante le funzioni di
ringraziamento, un “Santino” che Francesca Bonci ha conservato nel frontespizio
del suo “Diario di Guerra.
La preghiera è così composta:
Basilica di Sam Giuseppe da Copertino, Osimo- 18
luglio 1945
Primo Annuale della Liberazione della Città
“Benedetto Iddio. Padre del Signor Nostro Gesù Cristo
delle Misericordie e di ogni consolazione. Il quale ci consola in ogni
tribolazione nostra. (Cor. I,3-4)
Benedetta Tu, O Maria Vergine Madre di Dio dal Signor
Dio Altissimo che per mezzo tuo è venuto in soccorso del suo popolo” (Iud.)
Io sono Giuseppe il fratello vostro per la vostra
salvezza
il Signore mi ha mandato avanti a voi (Gen 45, 4-5)
S. Giuseppe da Copertino, Santi e Sante di Dio,
Spiriti Beati del Cielo, pregate per noi, per gli afflitti ed i prigionieri,
per quelli che hanno combattuto per noi, per tutti i vivi ed i defunti,
affinchè siano fatti degni delle promesse di Cristo. Cosi Sia
Lo riproduciamo
integralmente, accanto ad un bozzetto in cui Elmo Capannari ritrae le macerie
di San Marco, sottolineando quanto sia forte il legame tra Osimo ed il suo
Santo protettore, San Giuseppe da Copertino.
Santino. Fronte (7x12) S.
Giuseppe da Copertino (1603-1663) Patrono di Osino e della Gioventù Studiosa.[2]
Il disegno è quanto mai interessante: Tra due croci già infisse nel terreno, il
Santo si libra nell’aria e tiene fortemente una croce; sembra in procinto di
piantarla nel terreno in una buca precedentemente scavata dalla popolazione, in
laceri vesti, plaudente e venerante. La pala, o la vanga disegnata in basso fa
supporre questo. Poi è riportata la dizione Cart. Tip. Bottega dello Scolaro –
Osimo.
Santino Retro. E’ riportato
il titolo “Basilica di San Giuseppe da Copertino – Osimo, la data anniversaria,
18 luglio 1945, e la preghiera. Interessante il passaggio di detta preghiera che recita “per quelli che hanno combattuto per noi” che apre a molte
interpretazioni sulla situazione politico-militare del tempo. Infine il Santino
riporta che esce “con approvazione ecclesiastica”
Bozzetto n. 7 Elmo Capannari,
(24x30) B/n ritrae la scena di una casa distrutta nel rione San Marco, proprio
sotto il campanile. In alto a destra accanto al Campanile, la dicitura “casa
distrutta nel Rione San Marco – Luglio 1944”, in inchiostro nero. In fondo a
destra, la firma, Cappannari’44.
*centrostudicesvam
[1] All’Abbadia
era parroco da oltre trenta anni lo zio di Francesca Bonci, Don Vincenzo
Scarponi.
[2] In
famiglia è rimasto il ricordo dei tempi di scuola. Se andavi male, era colpa
tua che non studiavi; se andavi bene e prendevi un buon voto, era merito di San
Giuseppe. Da sottolineare che il santino riporta la dizione “protettore della
gioventù studiosa”, non come comunemente asserito, “protettore degli studenti”.
Vi è una fondamentale differenza..
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