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martedì 4 gennaio 2011

“Salvare Il Salvabile”
La crisi armistiziale dell’8 settembre 1943. Per gli Italiani il momento delle scelte


Scopo e Finalità della Ricerca

I limiti di spazio, quindi sono presto individuati: l’Italia e, in particolare, il meridione d’Italia, dove era stata nell’agosto del 1943 perduta la Sicilia e dove le forze dell’Asse si aspettavano da un momento all’altro uno sbarco sul continente da parte di una forza angloamericana.
Questo volume, peraltro, andando oltre questo limite indicato, può  essere di riferimento ai due volumi fin qui pubblicati nella presente collana, dedicati alle vicende dei militari italiani all’estero, in particolare all’Albania[1]
I limiti di tempo vanno dalla vigilia della caduta del Fascismo, il 25 luglio 1943, alla prima decade di ottobre, quando l’Italia, con la dichiarazione di guerra del 13 ottobre 1943 alla Germania ed ai suoi alleati passa definitivamente dal campo dell’Asse al campo degli Alleati. Vi passa in virtù dell’armistizio firmato il 3 settembre 1943 a Cassibile, definito “l’armistizio corto”, e quello firmato a Malta a bordo della corazzata Nelson, il 29 settembre, definito “armistizio lungo”. Da questo momento l’Italia non è più sovrana e tutto dipende, per il Governo del Sud, dalla Commissione Alleata di Controllo. L’Italia porrà termine al regime armistiziale il 10 febbraio 1947 quando firmerà a Parigi il Trattato di Pace.
Lo scopo e la finalità di questa lavoro sono quelli di mettere a disposizione degli studenti del progetto “Storia in laboratorio” materiali per l’approfondimento e la riscoperta degli avvenimenti che sono all’origine recente della “Guerra di Liberazione”, al fine di iniziare a comprendere che lo studio degli anni 1943-1945 sia fondamentale per  capire come l’Italia è stata costruita all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, con i suoi pregi ed i suoi tanti difetti, e quindi capire molti problemi e difficoltà attuali altrimenti incomprensibili.
Questo lavoro si presenta, quindi, nell’ottica del Secondo Risorgimento, inteso  come espressione dell’impegno, della volontà e dei sacrifici del Popolo italiano, che nel settembre 1943 vide svanire ogni sorta di autorità italiana costituita e sovrana, vide l’Italia essere di nuova ridotta “ad una semplice espressione geografica”
Infine una delle ragioni di questo lavoro, oltre alle altre già descritte nel contesto del volume, sta nel fatto che ogni tesi, anche la più ardita, merita di essere presa in considerazione se ha elementi ed indizi che la rendono studiabile e meditabile. Ricostruire nel più dettagliato modo possibile questa tesi, che può gettare luce su un avvenimento così controverso della Storia d’Italia recente, può aiutare a comprendere molti particolari, al momento incomprensibili. Il lavoro è stato condotto cercando di evitare ogni costruzione di fantasia o di effetto al fine di evitare facili asserzioni e sempre rivolgendosi ad aspetti i più importanti, per comprendere lo svolgersi degli avvenimenti in modo pacato e sempre aderente alla realtà documentata in modo scientifico[2] affinché questo lavoro rappresenti un momento fondamentale di incontro tra tutti coloro che amano sapere e conoscere, che mettono l’amore per il perfezionamento del proprio sapere al centro di ogni loro scelta.


[1] Coltrinari M., Paolo Colombo, Non solo Cefalonia! La Divisione 2Perugia”. Dalla tragedia all’oblio”, Roma, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2009. e Coltrinari M., L’”8 settembre” in Albania. La crisi armistiziale tra impotenza, errori ed eroismo. 8 settembre – 7 ottobre 1943, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2009.
[2] Al riguardo la ricerca segue i dettami di quello che si definisce il metodo storico. Vds. Coltrinari M., Coltrinari L., Lo studio e la ricostruzione di un avvenimento storico-militare, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2009. In questo volume è riportato integralmente, nelle sue finalità e scopi, il progetto “Storia in Laboratorio”.

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