Presentazione del volume
“Salvare il Salvabile”
La crisi armistiziale dell’8 settembre 1943. Per gli Italiani il momento delle scelte.
Iniziamo con la conoscenza dei due autori del volume. L'ingegnere Giorgio Prinzi, giornalista pubblicista, è stato Presidente per due mandati e Vicepresidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d’Italia (Anget). Attualmente è Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn); Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti; membro del Comitato Esecutivo dell’Istrid (Istituto Studi Ricerca Informazione Difesa) ed è responsabile per la comunicazione del progetto “Storia in laboratorio”.
Il generale Massimo Coltrinari , laureato, è Titolare di Storia Militare all’ISSMI, nella Cattedra di Dottrine Strategiche. È Direttore della Rivista “Il Secondo Risorgimento d’Italia”, e ideatore e responsabile scientifico del Progetto “Storia in Laboratorio”, nonché della Collana edita presso la Società editrice Nuova Cultura con lo stesso titolo. E’ Cultore della Materia presso la cattedra di Geografia politica ed economica alla Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento di teoria Economica, dell'Università La Sapienza di Roma.
Passiamo ora ad illustrare lo scopo e le finalità di questo lavoro. Ma prima sintetizziamo il periodo che lo riguarda. uno dei più scottanti e difficili della nostra storia recente. Si va dalla caduta del regime fascista, il 25 luglio 1943, alla sostituzione a capo del Governo di Benito Mussolini con il maresciallo d’Italia Pietro Badoglio; i 45 giorni di questo governo che, nonostante le proclamate asserzioni di voler continuare la guerra accanto alla Germania, avviò le trattative per l’armistizio del 3 settembre 1943 sottoscritto a Cassibile; i giorni che seguirono fino alla sua proclamazione la sera dell’8 settembre 1943 da parte Alleata e da parte Italiana, proclamazione che segnò l’uscita dalla guerra; la reazione del nostro ex alleato germanico; la divisione dell’Italia in due parti in cui gli eserciti delle coalizioni avversarie si confrontarono, fino alla dichiarazione di guerra del Governo Badoglio il 13 ottobre 1943 alla Germania ed ai suoi alleati.
I due poteri che dominavano in Italia nel 1943, il Fascismo e la Monarchia, dal luglio all’ottobre 1943 furono esautorati. Il Fascismo, dichiarando il proprio fallimento di oltre venti anni di regime, con la seduta del Gran Consiglio nella notte tra il 24 ed il 25 luglio 1943; la Monarchia, conducendo trattative armistiziali così approssimative e così disastrose che il 14 settembre si ritrovò a Brindisi alla mercè della Commissione Alleata di Controllo.
Proprio il modo, anzi uno dei modi perseguiti per raggiungere questo risultato, è oggetto del presente volume. Un modo molto originale di costringere gli Alleati ad accettare le nostre condizioni di uscita dalla guerra che ha veramente dell’incredibile. Il risultato fu un disastro.
A prescindere se tale tesi possa essere accettata o no, si giunge alla semplice constatazione che l’Italia, attraverso queste scelte della Monarchia, si trovò in balia degli eventi senza più alcun potere né sovranità. Per gli Italiani era arrivato il momento delle scelte, scelte che sono la matrice di quella che noi Italiani, nell’ambito della Campagna d’Italia (come la chiamano gli Alleati) e della difesa dei confini meridionali del Reich (come la chiamano i Germanici), denominiamo Guerra di Liberazione.
Per tali scelte, che ogni Italiano fece, la Guerra di Liberazione, una guerra non dichiarata, con nessuna formale dichiarazione di guerra e conclusasi con nessun trattato di pace, coinvolse tutti gli italiani, nessuno escluso
Ogni scelta si sommò e da quelle scelte si formarono i fronti della Guerra di Liberazione, fronti ideali, non sul terreno o con connotazione tattiche: quello del Sud, quello del movimento “ribellistico” del Nord, quello dei militari combattenti all’estero nelle fila dei movimenti della resistenza locali, quello degli internati militari e dei deportati in Germania, quello dei prigionieri di guerra italiani che aderirono allo sforzo bellico contro la coalizione hitleriana.
Nella Guerra di Liberazione, che coinvolse tutti gli italiani, il nemico individuato, oltre che nel tedesco occupatore ed invasore, fu visto in quella parte degli Italiani che, andando al di là del fallimento del fascismo come regime e come movimento, lo vollero di nuovo proporre come era all’origine, non contaminato da nulla, in nome anche e per conto di una fedeltà alla Germania, alla Alleanza dell’Asse, più come affinità con il nazismo che come vera e propria comunità di ideali con il mondo tedesco, dando vita a quella che, nata senza alcun appiglio giuridico né di diritto internazionale, fu la Repubblica Sociale Italiana, nella quale appunto si raccolsero tutti quegli Italiani che credevano, a varia intensità, nel fascismo.
Lo scopo e la finalità di questo lavoro sono quelli di mettere a disposizione degli studenti del progetto “Storia in laboratorio” materiali per l’approfondimento e la riscoperta degli avvenimenti che sono all’origine recente della “Guerra di Liberazione” Questo per iniziare a comprendere che lo studio degli anni 1943-1945 è fondamentale per capire come l’Italia sia stata costruita all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, con i suoi pregi ed i suoi difetti, e quindi capire molti problemi e difficoltà attuali, altrimenti incomprensibili.
Questo lavoro si presenta, quindi, nell’ottica del Secondo Risorgimento, inteso come espressione dell’impegno, della volontà e dei sacrifici del popolo italiano, che nel settembre 1943 vide svanire ogni sorta di autorità italiana costituita e sovrana, e vide l’Italia di nuova ridotta “ad una semplice espressione geografica”.
Infine una delle ragioni di questo lavoro, oltre alle altre già descritte nel contesto del volume, sta nel fatto che ogni tesi, anche la più ardita, merita di essere presa in considerazione se ha elementi ed indizi che la rendano studiabile e meditabile. Ricostruire nel più dettagliato modo possibile questa tesi, che può gettare luce su un avvenimento così controverso della Storia d’Italia recente, può aiutare a comprendere molti particolari, al momento incomprensibili.
Il lavoro è stato condotto cercando di evitare ogni costruzione di fantasia o di effetto al fine di evitare facili asserzioni, sempre rivolgendosi agli aspetti più importanti, per comprendere lo svolgersi degli avvenimenti in modo pacato e aderente alla realtà, documentata in modo scientifico. Questo lavoro rappresenta un momento fondamentale di incontro tra tutti coloro che amano sapere e conoscere, che mettono l’amore per il perfezionamento del proprio sapere al centro di ogni loro scelta.
Gli autori sono inoltre soddisfatti del fatto che, su un argomento così delicato ed incandescente, il volume rappresenta una base comune di ricerca e di riferimento per tutti coloro che collaborano in modo assiduo alla rivista “Il Secondo Risorgimento”; in questa ottica, hanno dato vita a quella Sezione “Giovani” dell'Associazione che si spera possa trovare consacrazione istituzionale in uno dei prossimi consigli Nazionali della Associazione. La soddisfazione sta nel fatto che parte di ogni capitolo è stato dato in lettura, studio ed approfondimento, sempre su base volontaria, ad uno dei “Giovani”, affinché abbia con tutti gli altri, e soprattutto con gli Autori, una base comune di riferimento scientifico su un punto chiave delle vicende pre e post armistiziali, vicende che sono la matrice della Guerra di Liberazione. In pratica, con questo volume gli Autori vogliono creare quella “biblioteca comune” cui fare riferimento nel momento in cui si affrontano i temi più delicati della Guerra di Liberazione, andando al di là delle interpretazioni di parte, di giustificazione di quello o di questo, che spesso frenano il libero discutere e il libero coinvolgersi su questi temi, e che in molti casi creano delle barriere, soprattutto ideologiche, insormontabili, spesso frutto di atteggiamenti non da storici, ma da propagandisti se non proprio da provocatori.
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