Il Centro Studi di Agugliano e Casteld'Emilio ha avviato uno studio sui Caduti in guerra di Castel'Emilio, in provincia di Ancona. Tra questi Vincenzo Augusto Coltrinari, di cui sotto si riportano i dati essenziali e la fotografia. Inoltre si riportano anche le notizie raccolte in famiglia dalla tradizione orale, nota questa inserita in una relazione presentata al Convegno tenutosi ad Agugliano il 9 novembre 2012. Chi avesse notizie o volesse prendere contatto con il sottoscritto per contribuire a questa ricerca può utilizzare la e mail "coltrinari2011@libero.it"
Coltrinari Augusto, detto Vincenzo, di
Pietro
Soldato del 17° Reggimento Fanteria nato il 9
maggio1896 ad Ancona, Distretto Militare
di Ancona, disperso il 25 maggio 1917 in combattimento. Soldato di leva nel 79°
Reggimento Fanteria. (9)
Caduto nel 1917, era al fronte dal 1915, nella foto quando prestava servizio nel 79° Reggimento Fanteria. Repubblicano, fu richiamato ed inserito in quei reggimenti che furono utilizzati dallo Stato Maggiore del Regio Esercito come massa d’attrito ed investimenti nei primi mesi di guerra. La Posizione dei repubblicani era nota: interventisti in quanto consideravano una guerra all’Austria, come la conclusione del processo unitario italiano contro il nemico ereditario, quell’Austria che per tutto l’ottocento si era opposto alla unità degli Italiani. Espressione di questa posizione ad Ancona era personificata da Pietro Nenni, allora repubblicano e direttore del foglio “Lucifero”, che ancora oggi si pubblica; in un articolo del maggio 1915 da titolo “Un fucile e un posto alle frontiere” caldeggiava l’intervento contro l’Austria. Nenni a quel tempo era in costante contatto con Benito Mussolini, che soggiornò ad Ancona ai tempi della settima Rossa. Mussolini, socialista ed interventista, collaborava da Ancona con il foglio “L’Avanti”; entrambi erano personaggi di spicco di una sinistra che tanto preoccupava il Regio Governo.
Con lo scoppio
della guerra, elementi considerati sovversivi, furono arruolati in reggimenti
di marcia, senza dare loro gradi ne di sottufficiali né tantomeno di ufficiale
che, come detto, furono utilizzati come massa d’urto nelle prime offensive
italiane. Non è scritto da nessuna parte, ma il retro pensiero che alcuni
autori scrivono per deduzione, questo impiego a massa stava anche a significare
di eliminare oppositori che avevano tanto dato problemi negli ultimi venti anni
( rivolta di Milano, con l’azione di repressione di Bava Beccarsi, settimana
rossa ecc.).
Il bombardamento
di Ancona e delle città della costa romagnola, marchigiana ed abruzzese, il 24
maggio mattina da parte della flotta austriaca, aveva come scopo ultimo quello
di provocare la rivolta di queste terre, che Vienna sapeva ostile al Governo di
Roma.
Il resto delle ricerca per gli altri Caduti e lo stato della medesima è su "www.BibliotecaRadoni.blogspot.com"
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