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venerdì 22 aprile 2011

La Tesi

Il volume descrive le varie fasi di questa campagna; dall’opera ben fatta del Corpo Italiano di Spedizione In Russia (C.S.I.R) alla marcia al Don della primavera-estate del 1942, la prima e sopratutto la seconda battaglia difensiva del Don in cui si consuma la tragedia delle Forze Armate italiane in terra russa. L’ultimo capitolo è dedicato alla perdite, in termini di Caduti, Dispersi, Prigionieri. Un numero veramente impressionante, che non può trovare giustificazione, secondo quando ormai è sedimentato nella pubblica opinione italiana, nel cattivo equipaggiamento dei nostri soldati. L’autore sostiene che atre cause concorrono a questa tragedia. Anche con il miglior equipaggiamento possibile per quei tempi, ma anche quello disponibile oggi, le condizioni i cui i nostri soldati furono costretti ad operare furono e divennero tali che si sarebbero avute le abnormi perdite che si ebbero. Una volta che le nostre forze ebbero svolto l’azione di frenaggio e resistenza, e questa durò per oltre 10 giorni, un tempo ragionevole per permettere alle forze mobili tedesche di reagire e ripristinare la situazione, avendo la violenza dell’attacco sovietico sconvolto tutta l’area della battaglia, ci si doveva arrendere sul posto, cercando di avere il coraggio virile di trovare nella prigionia e nella clemenza del nemico la via di salvezza. Sicuramente molti Italiani sarebbero sopravissuti. Aver cercato a tutti i costi di arretrare in quelle condizioni fu a causa primaria della tragedia.
 Una tesi che si vuole portare alla discussione, soprattutto dei giovani studenti, che attraverso il materiale acquisito attraverso il Progetto Storia in Laboratorio, sia feconda di considerazioni ed osservazioni.
Di seguito la Presentazione del Volume da parte dell’Ambasciatore Alessandro Cortese De Bosis.

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