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martedì 14 maggio 2024

Testimonianze sulla Guerra di Liberazione.

 

La conferenza organizzata dall’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valore Militare tramite il CESVAM Centro Studi sul Valore Militare, venerdì 3 maggio 2024 e tenutasi nella Sala Grande della Presidenza Nazionale sul tema, svolto da un protagonista di allora, Vincenzo d’Antrassi, classe 1931, TESTIMONIANZE  SULLA GUERRA DI LIBERAZIONE, ha avuto successo, soprattutto sotto il profilo culturale-scientifico. Il pubblico in sala ha confermato l’assioma adottato del CESVAM sui contenuti della comunicazione (ribadito più volte) e non è il caso di ritornarci. Tra l’altro si afferma sempre più il principio che un “vincente” è colui che si attiva, è presente, e trova soluzioni ad ogni problema, contrasto, scostamento; chi è “un perdente”, è assente, si lamenta, dà la colpa al resto del monto, e porta solo giustificazioni. Problematica che si risolverà, in tema di presenza e comunicazione, con la messa in funzione del canale “You Tube” del CESVAM il prossimo settembre. Fra i presenti in sala ll Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia Wladimiro Alexitch, che ha portato i saluti del Presidente Giampaolo Bernardini della Massa, della Società di Cultura e Storia Militare (con cui si spera possa riavviarsi una collaborazione degna di nota), rappresentanti della Federazioni di Roma, di Forma e di Frosinone, oltre a vari componenti del CESVAM e frequentatori dei nostri Master.

Massimo Coltrinari ha introdotto l’argomento facendo un quadro generale della situazione del 1944, con particolari accenni alla situazione militare ed ad episodi significativi, nel Lazio,  come i combattimenti di Porta San Paolo, lo sbarco di Anzio e l’attentato di Via Rasella, Le fosse Ardeatine e la liberazione del giugno 1944 di Roma. Passata la parola ad Osvaldo Biribicchi, l’organizzatore dell’incontro per via dei trascorsi familiari, che ha delineato la situazione della popolazione non solo di Roma ma dell’Italia centrale e le difficoltà che dovevano tutti affrontare per sopravvivere. E’ iniziato, quindi, un colloquio veramente interessante tra Osvaldo e  VINCENZO D’ANTRASSI, che ha portato la sua testimonianza di un ragazzo di 12-13, che spesso interpretava come un gioco gli avvenimenti tragici che lo coinvolgevano. In Abruzzo con la famiglia, le condizioni quotidiane erano grame; oltre alla scarsezza di tutto, soprattutto generi alimentari, si era aggiunto un inverno veramente terribile. In certi paesi, portata dal vento, raggiunse anche i due metri. Gli spostamenti e le comunicazioni erano limitatissimi. IL rapporto con i soldati tedeschi ridotto ai minimi termini, anche se le perquisizioni e erano frequenti. Le scene viste in tanti film sono reali: il soldato tedesco che entra in casa, con la mschine-pistole a tracolla ed il dito sul grilletto, alla ricerca di tutto. Quello che poi divenne un grave problema nel dopoguerra (ragazzi mutilati perché giocavano con residui bellici) fu vissuto da Vincenzo: tre suoi coetanei, nello smontare proiettili della contraerea per avere polvere per fare fuochi d’artificio furono dilaniati ed uno perse la vita all’istante altri due gravemente feriti. Il ritorno a Roma all’inizio del 1945 fu degno dei tempi. Il viaggio duròtTre giorni, con le notti passate in ricoveri di fortuna. Un viaggio, e questo è interessante notarlo, punteggiato da frequenti soste e deviazioni, per andare a vedere da vicino i segni della guerra: un relitto o di mezzi terrestri, carri armati, camion ecc. o di aerei abbattuti, la tomba di un soldato, con tanto di fucile ed elmetto e nome, o una croce di legno con il nome segnato del Caduto, rovine di bombardamenti ecc. Questa era la campagna intorno a Roma, subito dopo la guerra, in un quadro di desolazione e miseria generalizzata. A Roma Vincenzo riprese la scuola. Frequentava la II media. Il suo ricordo più nitido è una professoressa, che era sempre vestina a lutto. Vicenzo sottolinea che non vi era allora quellaconfidenza  di oggi tra studenti e professori, e non osò chiedere il motivo di questo lutto. Si informò presso le bidelle ed apprese che la Professoressa era la moglie di un certo Talamo, fucilato alla Fosse Ardeatine. La sua testimonianza su questo avvenimento è precisa. A Roma circolavano poche e scarse notizie. Si sapeva che erano stati fucilati un gran numero di italiani, una carneficina, ma oltre non si andava. Il luogo dell’eccidio chiuso e invisitabile. Ma niente di più. Vicenzo non ha l’abitudine di ricordare i nomi ma quello della Professoressa vestita sempre a lutto ancora gli rimane impresso nella Memoria: Talamo.  Ovviamente essendo stato fucilato alle fosse Ardeatine, subito si è andati a trovare altre notizie. Infatti la conferenza era stata organizzata per l’occasione dell’80°mo anniversario (1944), della Liberazione ed  si  illustrava il volume del Dizionario minimo della Guerra di Liberazione: Compendio e Glossario   1944 Dalla Speranza alla delusione, autori Osvaldo Biribicchi, Massimo Coltrinari.  A pag. 106 del Compendio è riportata la biografia del marito della Professoressa: Manfredi Talamo, Medaglia d’Oro al Valor militare, Tenente Colonnello in s.p.e, nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1895. Dopo una carriera nell’arma con sedi di servizio a Pola, Viterbo in Tripolitania, Bolzano, con l’inizio della Guerra fu assegnato al S.I.M., servizio informazioni militari ove ottenne nel 1942 la promozione a tenente colonnello per meriti di guerra per i preziosi risultati ottenuti nello svolgimento di questo speciale servizio.

Migliore presentazione del Volume non poteva auspicarsi. Infatti si è aperto un ulteriore dibattito, sulla testimonianza portata da Vincenzo D’Antrassi, in merito alle Fosse Ardeatine ed ai suoi significati; in particolare le motivazioni che portarono alla fucilazione una ventina di Carabinieri, tra cui Talamo, motivazioni che meritano un approfondimento particolare. Toccato anche il tema di “Giovannella” la ragazza del fronte clandestino socialista che faceva capo a Vassalli e Saragat, che riuscì a dare notizie a Tom Hopkins, l’agente dell’O.S.S. in contatto con il G2 del VI Corpo d’Armata ad Anzio. Notizie che hanno determinato il fallimento delle tre offensive tedesche contro la testa di ponte. Un tema già trattato ma che merita di essere ripreso come ulteriore ricerca. Kappler e Priebke sapevano di questa spia, e gli davano la caccia. In molti sostengono che le Fosse Ardeatine nascono e si giustificano, per parte tedesca, proprio perché si sperava che tra i Caduti ci fosse questa spia.

 In ogni caso, si è constatato nella discussione, che la generalizzazione che “alle fosse Ardeatine”  vi sono “tutti comunisti”, cade in maniera evidente, sottolineando come ancora sulla guerra di liberazione ed i suoi principali episodi gravano le versioni di parte a danno della realtà. L’auspicio che Vincenzo d’Antrassi, che ha accettato di buon grado di entrare a far parte dell’Istituto del Nastro Azzurro, è stato quello di avere la possibilità di conoscere i figli e i nipoti della Professoressa Talamo. Questo desiderio potrebbe essere esaudito con l’attività della Federazione di Roma, dell’Istituto del Nastro Azzurro, il cui Vice Presidente presente in sala è stato invitato ad attivarsi in merito. A Roma le possibilità di allargare il raggio di azione associativo dell’Istituto sono molto consistenti e si spera che a settembre, al prossimo rinnovo delle cariche, la Federazione possa avere un colpo d’ala degno di nota.

Dopo la conferenza del 12 Aprile, quanto il gen. Infussi parlò delle “Centurie dell’Arma del Genio”, antesignane degli attuali “contractors”, con il successo di questa Testimonianza, il prossimo appuntamento è per il 24 maggio sempre alle 16,30, a Piazza Galeno, ove il tema sarà di cultura militare, dando contenuto e spessore ad una data “il 24 Maggio” in tutti i suoi risvolti e significati.  (massimo coltrinari)

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