Si riporta la Premessa del Volume dedicato al Libano Ricerca condotta e sviluppata nell'ambito del progetto Libano 4a anni dopo
Lo scopo di questo volume è quello di proporre delle
riflessioni a carattere generale, anche da parte di alcuni protagonisti, della
esperienza che l’Italia affrontò agli inizi degli anni ’80 nel contesto internazionale
come partecipazione alla stabilizzazione e riduzione dei conflitti. Dalla fine
della Seconda Guerra Mondiale le Forze Armate Italiane erano ispirate come
impiego, per una scelta di politica militare ben precisa, ad una decisa
politica di difesa imperniata sull’art.11 della Costituzione repubblicana del
1948 (L’Italia ripudia la guerra come soluzione dei contrasti tra gli Stati);
il corollario conseguente fu per decenni il “focus” di impiego delle nostre
unità soprattutto terresti sarebbe stato incentrato sulla difesa del confine
orientale.
Poi la svolta degli anni ’80. Per contribuire alla stabilità
internazionale e comporre i conflitti in corso, in ambito ONU, si volle
iniziare con l’invio di contingenti militari in Libano quella stagione che
presso la pubblica opinione si accreditò come “missioni di pace”. Forze armate
impiegate come strumento di contrasto alla violenza bellica, come forza di
interposizione, utilizzata da parti che non riuscivano a trovare altra soluzione
che la violenza ai loro dissidi. Si intervenne nel conflitto tra israeliani ed
arabi, iniziato nel 1948 e che ancora oggi continua e perdura, nella convinzione
di portare un contributo volto a fornire elementi di stabilizzazione politica e
sociale alle due comunità.
Il volume nella sua prima parte da un ampio quadro delle
attività svolte dall’Italia, dall’Unità d’Italia ad oggi, ma anche dando cenni
agli decenni precedenti in merito alle iniziative dell’allora Regno di Sardegna,
fino ai nostri giorni come prova che le “missioni di pace” nelle sue varie
interpretazioni fanno parte del DNA delle nostre Forze Armate; nella sua
seconda parte riporta riflessioni di chi fu partecipe di quella esperienza, a
quaranta anni di distanza, nei suoi risvolti politici ma soprattutto come prima
esperienza delle Forze Armate italiane chiamate a confrontarsi con una realtà
che non era la guerra classica, ma che presentava risvolti diversi e variegati spesso
non conosciuti, in un contesto in cui non si poteva sbagliare. Iniziò con il Libano
una stagione in cui le Forze Armate italiane furono impiegate come forza di
interposizione e stabilizzazione, stagione che risultò poi essere uno strumento
di sempre migliore addestramento ed efficienza per le stesse Forze Armate,
quasi una “spovincializzazone” dello strumento militare sostanzialmente di
guarnigione, ma che fu pagato con un logoramento di materiali ed uomini ed un
allontanamento ordinativo, sul piano dottrinale, dal vero motivo per cui le
Forze Armate esistono. Alcune componenti terrestri (vedasi l’artiglieria e le
forze carriste), si ridussero a entità
trascurabili, la fanteria perse di molto il suo ruolo di arma base, a favore del
genio, che assunse, appunto, sempre più la funzione di arma base; inoltre componenti
logistiche come la sanità ed il commissariato assunsero una dimensione che andò
oltre quella tradizione di sostegno all’arma base. Uno strumento militare che
si avvicinava a più ad una forza paragonabile alle “constatabulary forces” che
realmente militare. Non per altro per fronteggiare alla emergenza Covid-19 il
Paese si affido, per la vaccinazione di massa della popolazione ad una
struttura gestita e approntata dalla organizzazione militare.
Tutto questo venne a confrontarsi con gli eventi del 24
febbraio 2022 in Ucraina, in cui le Forze Armate sono chiamate a sostenere non
più missioni di interposizione e stabilizzazione, ma, nella sostanza, a ritornare
al loro ruolo di fronteggiare una guerra classica, in un contesto di una coalizione
come la Nato, in un contesto “dual use” il cui si sta ripristinando l’”use”
primario.
Il volume quindi offre momenti di riflessione di questo arco
temporale di quarant’anni anni come evoluzione ed impiego delle nostre Forze
Armate, vero riverbero della situazione in cui l’Italia è chiamata ad operare
I limiti di spazio sono quelli del territorio nazionale, del
mediterraneo orientale e dei territori libanese e a nord dello Stato di Israele
I limiti di tempo vanno per la prima parte visti in quelli
dell’età contemporanea, dalla Santa Alleanza ad oggi, in particolare dalla
prima missione di interposizione che si ebbe a meta dell’ottocento, con una
particolare attenzione agli anni ottanta del secolo scorso.
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