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venerdì 20 maggio 2022

Ipotesi di ricerca per una tesi

 

Populismo Polarizzazione Postverità

Massimo Coltrinari 


Come in tutti i paesi occidentali la realtà politica italiana è caratterizzata da Tre P.: 

Il populismo, caratterizzato da due costanti: dividi ed impera e prometti anche l’impromettibile e vincerai (senza mantenere nulla; promesse che non si riusciranno a realizzare e che imporranno a qualunque prezzo, senza curarsi dei costi e di altri effetti nefasti, vds reddito di cittadinanza, distruzione del “lavoro” come valore, ecc.); 

la polarizzazione, che significa l’uso e l’abuso della discordia, del rancore, che si nutre di identità di gruppo: religione, razza, genere, regione, età, interessi economici ideologie e così via. Ed infine la terza P. 

la Postverità (a chi credere?), il punto massimo raggiunto della disinformazione e disseminazione di messaggi che creano sfiducia, intaccano il concetto d dovere. Oggi noi crediamo di sapere tutto, in realtà sappiano solo quello che è stato deciso da altri di sapere.

Le tre P indeboliscono in modo categorico la democrazia ed in particolare, la democrazia liberale ed atlantica. le istituzioni, le norme e la applicazione delle leggi (vedi il problema della Giustizia oggi in Italia), la corsa agli estremismi, al basso grado di resistenza psichica collettiva ad ogni difficoltà.[1] 

Se questo ha bisogno di conferma, basti leggere le dichiarazioni del noto populista Primo Ministro della Gran Bretagna che ha portato il suo paese fuori dell’Europa, sta provocando l’unione della Eire con l’Irlanda del Nord, la secessione della Scozia, in pratica al dissolvimento del Regno Unito; l’Ucraina deve cedere e chiedere la pace ad ogni costo per ragioni economica generali. Un altro Neville Chamberlain del 1939, ma questa volta la Gran Bretagna pesa negli affari europei, anche grazie a lui, poco.

L’Italia oggi è debole sul fronte partitico e della politica, non in grado di gestire in maniera serena le emergenze come Covid e Guerra in Ucraina e costretta a rieleggere un Presidente della Repubblica che non voleva e a chiamare un esterno a guidare il governo, in piena crisi economica (debito alle stelle e rifiuto di lavorare e dedizione al sacrifico) iperautoconsiderazione ( al resto del mondo non interessano i problemi italiani, mentre noi ci sentiamo al centro del mondo)

Sommando tutto questo e considerando che l’Italia, dall’ottocento in poi, è stata il ventre molle di una qualsiasi coalizione a cui ha partecipato, ed oggi ne da una ennesima conferma, distruggere l’Italia significa iniziare a distruggere l’Europa e quindi avere gioco facile in futuro.  Tutto questo e, insieme a i teorici della guerra ibrida, potrebbe essere materiale per una tesi di verifica e riferimento nell'ambito di Politica Militare Comparata.



[1] Moises Naim, Le vittorie populiste non  aiutano l’America Latina, in La Repubblica, 21 giugno 2022, pag. 17

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