LEGGENDO il Sole 24Ore di domenica 29 maggio 2016 noto che nel Breviario, Gianfranco Rossi scrive:
Non si impara il greco ed il latino per parlarlo, per fare i camerieri, gli interpreti, i corrispondenti commerciali.Si impara per conoscere direttamente la civiltà' di due popoli, presupposto necessario della civiltà' moderna, cioè' per essere se stessi e conoscere se stessi consapevolmente.
Tra le varie funzioni presso la Santa Sede c'è' quella di tutelare la Pontifica Accademia di Latinità' , una istituzione che coopta i maggiori studiosi di questa lingua.
Ho scoperto quanto forte sopratutto all'estero sia la passione per una cultura che continua a vivere proprio attraverso la sua eredita'.
Agli Italiani ed, in primis, alla scuola che invece la snobba, vorrei semplicemente ricordare le righe sopra citate che non hanno bisogno di commento, Ma solo di riflessione.
Non le ha scritte un vecchio precettore, ma Antonio Gramsci nel 1932, nei suoi Quaderni dal Carcere per ammonirci che chi non conosce il proprio passato non riesce a vivere il suo presente in modo vero ed efficace."
E' si aggiunge come personale contributo, il proprio futuro.
Questa la nota di riflessione proposta a fronte degli avvenimenti di luglio, che ci da certezza, credo, e serenita'.
Massimo Coltrinari
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