Gli approfondimenti della Lezione possono essere trovati su: Errico de GAetano - Andrea Lo preiato "Le Guerre della federazione Russa. Le Operazioni Militari Russe dopo la fine dell'Unione Sovietica, Mursia, Milano, 2011, con prefazione del generale Rocco Panunzi. Si ringrazia per la collaborazione Sergio Sparapani.
Per le "slides" della Lezione e, sopratutto, per le mappe delle operazion dal 1991 al 1994 vedasi "www.coltrinaristlsnteasia.blogspot.com.
Per ogni altra notiziaedinformazone: ricerca23@libero.it
Consiglio anche una consultazione del blog: www.coltrinari atlantegeostrategico.blogspot.com
La lezione è stata tenuta alla Università degli Stdi LUISS "Guido Carli" Dipartimento di Scienze Politiche Roma il 22 aprile 2013
Nota a margine della Dott.ssa Antonella Troiani
Nota a margine della Dott.ssa Antonella Troiani
VECCHI
IMPERI, NUOVE POTENZE: TURCHIA E IRAN E LO SCONTRO PER LA SUPREMAZIA REGIONALE.
Un interessante incontro, il quarto di una serie, che
rientra in un ciclo di seminari sulla Turchia, tra passato ottomano e futuro
globale, da impero a repubblica, si è tenuto lo scorso lunedì, 22 aprile, presso
il dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Luiss di Roma. Il tema del
giorno è stato: “Vecchi imperi, nuove potenze: Turchia e Iran e lo scontro per
la supremazia regionale”. L’intero ciclo di seminari ha l’obiettivo di
analizzare come la politica estera turca sia passata da una posizione di
isolamento strategico, voluto dalla guida kemalista, a una posizione di
maggiore apertura nella regione. Il prepotente ritorno della Turchia in Medio
Oriente costituisce una delle dinamiche geopolitiche più interessanti degli
ultimi anni. Dopo decenni di assenza dalla regione, legata agli imperativi
strategico-ideologici della cultura politica di Ataturk e alle esigenze della
guerra fredda, la Turchia è tornata a svolgere il suo ruolo, storicamente e
geograficamente naturale, di potenza regionale.
Un’egemonia che rappresenta il vero braccio di ferro tra Turchia e Iran
per il predominio sul mondo arabo-islamico. Mohammed Nima Baheli, iranista e
freelance per Limes, è il primo dei tre
relatori a prendere la parola. Egli fa una breve, ma precisa panoramica storica
di Turchia e Iran. Definisce le due regioni come le più popolose del Medio Oriente,
con 70 mln di abitanti ciascuna, il cui scontro geopolitico ha una forte influenza
regionale, ma anche come quelle più vicine per il loro passato storico. Da un
lato, la Turchia, l’antico impero ottomano, che nel momento di massima
estensione comprendeva penisola balcanica, Costantinopoli e due terzi del
territorio dell’islam. Dall’altro lato, l’Iran, impero persiano, che si
sviluppa prima e contemporaneamente all’ascesa dell’impero ottomano. Una
storia, quella dell’antica Persia, segnata dalle conquiste straniere, tra cui
anche dinastie turche; ma senza dubbio è con l’ordine religioso Sufi, e
l’adozione dell’islam sciita come religione ufficiale dell’Iran, che si arriva,
al XV-XVI secolo, che la Persia venne conosciuta in Europa come una
superpotenza, perché più grande oppositore degli ottomani. L’Iran, oggi, è una
repubblica islamica, da sempre conosciuta come terra degli ariani, cerniera tra
mondo arabo e mondo asiatico, pur non appartenendo a nessuno dei due. Se fino
agli anni settanta, l’Iran tesse buoni rapporti con gli Stati Uniti, che
avrebbe potuto rappresentare la potenza terza da usare contro Russia e Arabia
Saudita, a seguito si assiste ad un incrinamento dei rapporti tra i due paesi,
con l’Iran che vive la sua rivincita, avviando sul piano interno, una
rivoluzione islamica costituzionale e, sul piano esterno, la nazionalizzazione
del petrolio. Entrambe, Turchia e Iran, durante
il periodo della guerra fredda, assumono una posizione difensiva che cambia con
l’implosione dell’Unione Sovietica. Da quel momento, assistiamo ad un
riavvicinamento di Turchia e Iran, una luna di miele che è durata fino agli
albori del 2000, basata principalmente su rapporti di natura economica, in
quanto l’Iran è il secondo fornitore di gas naturale della Turchia e le
garantisce il 30% del fabbisogno di greggio. Nell’ultimo decennio gli scambi con
l’Iran si sono ridotti, in quanto la Turchia comincia a cercare mercati più
accessibili e affidabili, nonostante l’ammontare degli scambi sia pari ancora a
16 mld di $. Le attuali contingenze geopolitiche hanno rimescolato le carte,
portando le due nazioni ai ferri corti. Le loro principali aree di contrasto
sono l’Iraq e la Siria. In Iraq, dopo il ritiro delle forze statunitensi, è
stato lasciato un vuoto al potere che l’Iran cerca di colmare, mentre la
Turchia ha tutto l’interesse che il paese sia stabile, ricco e indipendente e
non certo regione satellite di Teheran; ciò comporterebbe un consolidamento
della forza sciita che a sua volta potrebbe aumentare il rischio di violenza e
rafforzare la minoranza curda a nord del paese, spina nel fianco del governo
turco. L’altro nodo di discordia è la Siria. La dura critica espressa da Ankara
verso il regime di Al-Assad preoccupa l’Iran, in quanto una caduta del regime
siriano potrebbe indebolire Teheran e le sue ambizioni nella regione. Da
un’analisi prettamente geopolitica dei due paesi del Dott.Baheli, si passa ad
una più meticolosa analisi militare, con l’intervento del Gen. Massimo
Coltrinari, docente di Storia Militare alla cattedra di Dottrine Strategiche
dell’Università La Sapienza, e consulente Cemiss. L’analisi parte da un evento
significativo per l’area avvenuto negli anni compresi tra il 1991-1994, a
seguito