Pernondimenticare
COMUNE DI APRILIA
28 maggio 1944 -28 maggio 2012
68° liberazione di Aprilia
Dalla distruzione
alla rinascita
Aprilia, sabato 26 maggio 2012 ore 10:30
I.I.S. Carlo e Nello Rosselli
L'Associazione “un ricordo per la pace” e le Associazioni d'Arma e Combattentistiche
(sezioni di Aprilia):Arma Aeronautica, Nazionale Alpini, Nazionali Artiglieri, Nazionale Bersaglieri,Nazionale Carabinieri,
Nazionale Finanzieri, Nazionale Polizia di Stato, U.N.I.R.R. e le Associazioni: C.R.I. Aprilia, Club Alpino,
Turistica Pro-loco Aprilia; Rotary Club Aprilia e Cisterna, The Factory 1944, Operation Shingle 1944
presentano il 1° convegno “28 maggio: a day to remember”
Parteciperanno:
Gen. Dott. Massimo Coltrinari: "I soldati italiani nella Testa di ponte di Anzio"
Ennio Borgia, sopravvissuto al KZ di Dachau
Aldo Boccabella, ex Internato Militare Italiano
Il blog è attivato per i componenti la Sezione Studenti e Cultori della Materia per un immediato contatto delle iniziative in corso e per resoconti delle stesse, al fine di avere materiali di base per ulteriori iniziative e ricerche. Contatti e informazioni: direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org
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sabato 26 maggio 2012
venerdì 25 maggio 2012
Anzio Ricorda lo sbarco 22 Gennaio 2012
Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e dello sbarco alleato sul litorale pontino del 22 Gennaio 1044, il Lions Cub Anzio-Nettuno, presieduto dall’Ing. Giovanni Vallone, con il patrocinio dei Comitati del Distretto Lions 108L “150 anni dell’Unità d’Italia” “Rapporti con le forze Armate e Forze di Polizia”, ha organizzato, sabato 22 gennaio 2011, nella prestigiosa sala consiliare di Villa Sarsina ad Anzio, un convegno dal tema “Appuntamento con la Storia. Per non dimenticare il sacrificio di tanti uomini e donne di questo territorio”.
L’organizzatore e moderatore del convegno è stato il gen. Miche Corrado. Dopo aver accolto i numerosi ospiti e convenuti, Corrado, ha dato la parola al Vice Sindaco di Anzio, che ha portato i saluti della città, e al presidente del Consiglio Comunale di nettuno (che riportiamo in un articolo successivo); poi ha svolto una ampia introduzione incentrata sui temi centrali del volume del primo relatore On. Prof. Domenico Fisichella, “Il Miracolo del Risorgimento Italiano”. Questa ampia introduzione ha permesso al Prof. Fisichellia di poter entrare subito in tema, sottolineando i temi che hanno portato alla formazione del popolo italiano in epoca preromana. Sottolineato il passaggio tra l’epoca romana e il feudalesimo, il relatore tratteggia con maestria il confronto tra la civiltà feudale e quella borghese e capitalista, la matrice dello stato nazionale a guida delle elites dinastiche. La rivoluzione francese ha esaltato il concetto di nazionalità, e ha portato sulle baionette in tutta Euorpa le ideee rivoluzionare, che il congresso di Vienna, nonostante ogni buona volontà, non riuscì ad estirpare.
Da qui il miracolo del risorgimento italiano della metà dell’ottocento e la nascita dello Stato unitario Italiano.
Corrado poi a dato la parola al Prof. Alberto Sul pizi. Che ha trattato il tema “Anzio e Nettuno nel periodo di fine ’80: Amilcare Cipriani.” E poi al Dott. Vincenzo Monti “L’assistenza sanitaria a Nettuno ad Anzio prima e dopo l’Unità d’Italia”.
L’ultima relazione è stata tenuta dal gen. Massimo Coltrinari dal titolo “Dal primo al Secondo Risorgimento” La relazione si è inserita nel filone introdotta dal prof Fisichella, che, in pratica, ha spiegato il “perché”, le cause che sono a monte del Risorgimento Italiano; Coltrinari ha spiegato ed illustrato “come” questo Risorgimento si è attuato e realizzato. Partendo dal seme gettato con la nascita delle repubbliche filofrancesi del 1799, citando il proclama di Rimini di Murat indirizzato a tutti gli Italiani, ha sottolineato le tappe attraverso le quali i patrioti italiani si sono opposti alla Santa Alleanza, con le date più significative (Macerata 1817, i moti del ‘21, del ‘32, del ‘35), tutti attivati all’insegna del Tricolore.
Poi ha illustrato il trienni rivoluzionario 1846-1849, in cui il tricolore ha oprato al centro i segni dei siciliani, napoletani, pontifici, toscani, veneti e piemontesi, ovvero i segni degli stati preunitari. Riportato l’antico ordine, il decennio di preparazione è preludio all’anno “mirabilis” che è il 1860 in cui si compie unità territoriale che poi nel 1870 con la conquista di Roma si completa. L’Italia è uno Stato, che con la prima guerra mondiale, nei sacrifici del conflitto e della vittoria di forma la Nazione italiana definitivamente. Monarchia e Fascismo gestiscono per vent’anni il potere, ma con la dichiarazione di guerra del 1940 e la conduzione della medesima compromettono tutto. Il fascismo e la monarchia implodono e la crisi armistiziale del settembre 1943 impone ad ogni italiano delle scelte. E’ la guerra di liberazione, o meglio la guerra degli italiani che dal 1943 al 1945, in funzione subordinata alla Campagna d’Italia condotta dagli Alleanti contro i Germanici, sempre con il Tricolore che raccoglie tutti, che permise poi, a guerra finita di fare la scelta istituzionale e adottare l’attuale costituzione.
Un dono ai relatori e i ringraziamenti del presidente del club Lions Anzio nettuno Ing. Vallone, ha concluso il convegno.
L'entrata dell'Esercito Sardo a Gaeta, nel 1861.
I temi del Brigantaggio e della questione sociale sono stati trattati con gli studenti dell'istituto Vian a Bracciano, nel corso dell'incontro organizzato da Giorgio Zucchetti. Il problema della terra attraverserà tutto il processo unitario, fino al 1948, quando finalemnte la riforma agraria della Repubblica risolverà il problema. Un incontor estremamente interessante, quello del 15 ottobre 2011, in cui le domande dei ragazzi sono state pertinenti e sopratutto orientate verso lo studio del Primo Risorgimento su basi oggettive e non sul portato della tradizione icoloniclastica.
lunedì 30 gennaio 2012
Nota a Conferenze
Presso l'Università della Terza Età, Sabato 18 Febbraio 2012 ore 16,30 si è tenuta una conferenza sul tema "Il Combattimento di Loreto detto di Castelfidardo", incentrata sul Volume di cui si riproduce la copertina.
Il Predetto volume è disponibile anche presso la Pro Loco di Loreto a disposizione di tutti per ulteriori approfondimenti.
A breve si darà una relazione della predetta conferenza.
Il Predetto volume è disponibile anche presso la Pro Loco di Loreto a disposizione di tutti per ulteriori approfondimenti.
A breve si darà una relazione della predetta conferenza.
UNUCI. Spoleto. Conferenza Martedi 31 gennaio 2012 ore 17.30
Tema delle Conferenza
La Guerra Italiana alla URSS.1941-1943.
Il tradimento tedesco
Nota introduttiva:
I Camerati italiani traditi dai tedeschi in Russia
La partecipazione dell’Italia alla guerra alla Urss (1941-1943) nel giugno 1941 , non richiesta dall’alleato germanico, non fu neanche gradita dai vertici militari tedeschi, convinti che la Urss crollasse in pochi mesi. Fermati a Mosca nell’inverno 41, la campagna di primavera richiese ai tedeschi maggiori forze, e furono costretti a richiederne ai loro alleati, ungheresi, romeni, spagnoli, croati, finlandesi ed italiani. L’Italia inviò altri 170.000 oltre ai 60.000 inviati nel 1941; questi uomini operarono sotto comando tedesco in Ucraina e nel dicembre 1941 erano attestati sul Don.
Il loro compito era quello di tenere, insieme agli alleati, la linea: in caso di attacco, resistere fino a che le forze mobili tedesche, attestate a tergo, intervenissero, e, tamponate le falle, lanciare la controffensiva.
Nel dicembre 1942 gli Italiani furono attaccati dai Sovietici (Operazione Piccolo Saturno). Ottemperano al compito tenendo la linea per oltre 10 giorni, fino al 21 dicembre. Le puntate offensive sovietiche sconvolsero,tra l’altro, le retrovie e l’organizzazione logistica dell’Asse. Le forze mobili tedesche, attirate dalla fornace di Stalingrado, non intervennero e gli Italiani, come i Rumeni e gli Ungheresi furono abbandonati a loro stessi, con in più il tradizionale disprezzo dei tedeschi verso tutti i loro camerati.
Stalingrado divorò tutto, ed i Tedeschi vi colsero la più grande sconfitta della guerra, figlia diretta dei loro errori strategici ( primo fra tutti la divisione delle forze). I Comandanti Italiani, privi di mezzi per affrontare una ritirata in inverno, anziché arrendersi sul posto dopo aver assolto il loro compito, nel constatare che i Tedeschi li avevano abbandonati, presero la decisione fatale: ritirarsi dalla linea del Don. Senza una adeguata struttura logistica alle spalle era pura follia ritirarsi. E fu tragedia: si perse il 54%, della forza, ovvero101.000 uomini (10800 prigionieri, il resto disperso, cioè morto durante la ritirata) su 191.000 e tutto il materiale. Le forze italiane furono distrutte. Il tradimento tedesco fu palese: abbandonare gli alleati per accorrere a salvare la loro 6a Armata accerchiata a Stalingrado senza alcuna considerazione per la sorte delle forze alleate fu la scelta tedesca. Questo tradimento, per noi italiani, è l’origine della tragedia di Russia, a cui si aggiunse la resistenza culturale dei Comandanti Italiani ad arrendersi, che era l’unica forma di salvezza possibile.
Tutta questa tragedia, poi, si giustificò in Italia, con lo scarso equipaggiamento in dotazione da parte italiana, a cui si aggiunse, da parte tedesca, i luoghi comuni soliti (italiano non guerriero, italiani brava gente; ecc.). Tutto per mascherare il tradimento consumato sul campo, ovvero l’abbandono al loro destino, quasi con disprezzo,da parte germanica dei camerati italiani, pensando solo ai propri interessi e convenienze.
Per saperne di più:
Coltrinari M., La guerra italiana alla URSS. 1941-1943. Le Operazioni, Roma, Società Nuova Cultura, 2011, pag. 283, cartine, ill., euro 20. ISBM 9788861345744
Presentazione del Volume all'Ambasciata di Albania in Italia 24 novembre 2011
Il 24 novembre 2011 presso l'Ambasciata d'Albania presso lo Stato Italiano a Roma è stata presentata la versione in lingua albanese del volume "La resistenza dei Militari Italiani all'Estero, Albania, edito a Roma dalla Commissione per lo Studio della resistenza dei Militari Italiani all'Estero, per le edizioni della Rivista Militare, 1999, 1144 pagine, di
Massimo Coltrinari.
L'Ambasciatore Kola e il dott. Luigi Nitido, che ha voluto fortemente questa traduzione in lingua albanese, hanno commentato l'opera. Al termine, ha preso la parola l'Autore.
Di seguito alcune immagini di questo evento
II Porto Recanati 28 settembre 2011 Il Combattimento del 18 settembre 1860
In una atmosfera di fine estate, davanti ad un pubblico scelto e attento, curioso di conoscere e sapere tratti della storia marchigiana, soprattutto nel momento in cui le Marche sono passati dallo Stato Preunitario allo Stato Nazionale, si è avuto modo di illustrare i giorni fondamentali che vanno dallo scontro del 18 settembre nella piana del Musone alla conquista di Ancona. E’ questo un tema che viene spesso trascurato da molti, poco attenti ai particolari, che considerano lo scontro del 18 settembre come la fase conclusiva della campagna di invasione delle Marche dell’Umbria. La tesi illustra è quella che la campagna si risolve con l’investimento, inteso tutte quelle azioni che portarono le truppe sarde a raccogliersi sotto Ancona pontificia, e la presa, della piazzaforte attraverso l’azione combinata delle forze di terra e delle forze navali sarde. E’ la prima vera e propria operazione interforze, come oggi diremo, che rappresenta l’amalgama fondamentale della nascita delle forze armate italiane.
Carlo Trevisani ha tenuto con estrema eleganza le fila del dibattito, incentrato a chiarire particolari delle operazioni, smesso confinanti nella microstoria, soprattutto di Porto Recanati. Il dono del volume alla biblioteca comunale e un arrivederci alla presentazione del volume “L’Ultima difesa Pontificia di Ancona”, il volume qui presentato ha concluso la serata.
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